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Saldi sottotono a Enna, quasi vuoti i negozi

ENNA. Partono i veri saldi dopo quelli sottobanco, ma non si è vista nessuna frenetica corsa all'acquisto.
Poca gente per strada e ancora meno alle casse dei negozi. Sono quasi le 11, sulle vetrine risaltano grandi cartelli con la percentuale di sconto praticata ma la città sembra in letargo, complice probabilmente l'ultimo ponte dell'Epifania.
«Ho già comprato prima degli sconti - ci dice Rossella, che vive a Cagliari - adesso ne approfitterò per acquistare capi di abbigliamento per il mio bambino (nel passeggino), prima voglio farmi un'idea».
Ma il negozio per bambini alla Balata, inizio della storica via dello shopping ennese, è deserto nonostante la titolare regali pure lo zucchero filato ai suoi piccoli clienti. Ha un tono comprensibilmente polemico Vittorio Gallina che andato in pensione ha lasciato le redini dello storico negozio di abbigliamento per uomo in via Roma al figlio Paolo, che aggiunge: «Anche il regalo natalizio si è impoverito, i nostri clienti hanno preferito fare acquisti utili e più economici (accessori a partire da 30 euro) piuttosto che stravaganti e costosi, la spesa complessiva anche dei più fedeli non è andata al di sopra delle 300 euro" e continua Gallina senior: «Un'altra piaga del commercio ennese è la desertificazione dei comuni con l'inesorabile esodo dei nostri figli laureati ma disoccupati».
«Le vendite vanno arci bene - Sara Perpignano, responsabile vendite di Oltre (che pratica fino al 50%) - stamane ad esempio abbiamo battuto scontrini da 400 euro e le clienti hanno preso 7 capi», il punto vendita e uno dei tanti della famiglia Tomasello da sempre nel campo dell'abbigliamento. Ottimista anche la dirimpettaia Valeria Frontini di "Moyto" la responsabile (del franchisee di abbigliamento per donna).
«Guadagno poco ma tutto l'anno», è questo il motto di Giuseppe e Paola Dibilio, titolari del negozio di calzature in piazza Bovio, che durate gli altri mesi hanno decurtato il loro guadagno del 20% per andare in contro alla loro clientela. «Adesso cpn il 30% in meno sono qui a prendere il secondo paio di scarpe», dice un cliente.
«Abbiamo iniziato da subito a fare un giro per negozi - spiegano i coniugi Mario e Antonietta Dello Spedale, con a seguito i loro bei bambini - vestiamo taglie standard quindi non aspetteremo ulteriori ribassi. Spesa media preventivata? Intorno a 500 euro». Pareri discordanti tra commercianti ma gli scaffali sono ancora pieni e il regime di austerity non si piega ai saldi.

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