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Zona artigiana di Enna, l’emergenza viabilità Buche e disservizi nel cuore dell’economia

Con la Zona franca urbana, potrebbe diventare il fiore all'occhiello del mondo produttivo della città, ma ad oggi però si presenta come una zona mal servita sul piano logistico e delle infrastrutture

ENNA. Si tratta dell'area commerciale più vasta del capoluogo. E da lì si accede pure all'area artigiana di Enna bassa. Quella che, dopo la recente istituzione della Zona franca urbana, potrebbe diventare il fiore all'occhiello del mondo produttivo della città, ad oggi però si presenta come una zona oggettivamente mal servita sul piano logistico e delle infrastrutture e in alcuni casi dimenticata nei suoi bisogni essenziali. E di ciò si lamentano sia i cittadini utenti delle tante attività commerciali presenti sia quelli che nella stessa area lavorano o abitano. «Purtroppo raggiungere le nostre attività da questa strada è veramente impossibile - commenta Mario Tedesco, commissario straordinario alla casa di riposo "Santa Lucia", indicando la via Tranchida da cui ha ingresso il centro per anziani ma anche negozi e aziende varie - Nonostante il tratto colleghi due grandi supermercati, altri negozi, abitazioni e la zona artigiana, la strada è letteralmente un colabrodo e in alcuni punti è impercorribile». «Tutto questo - continua Tedesco - non solo crea problemi ai comuni cittadini, ma per noi che ad oggi ospitiamo 97 anziani, a volte diventa un dramma. Basti pensare ai fornitori, alle famiglie che giornalmente ci devono raggiungere o, peggio, a quando è necessario l'intervento di un'ambulanza». Se per l'area commerciale il problema più grosso è legato alla scarsa manutenzione delle strade, piene di buche profonde (alcune vere e proprie voragini al centro di strada) e con il manto a tratti completamente dissestato, spostandosi all'interno della zona artigiana, le difficoltà nascono invece dalla totale assenza di strade. «Noi siamo stati i primi a occupare un lotto nell'area - raccontano i fratelli Tindaro e Giuseppe Caruso - Siamo qui dal 2001 e sinora abbiamo visto realizzare solo una via: la via Josè Escrivà, con tanto di tabella e lapide commemorativa. Il resto praticamente non esiste. E non parliamo della spazzatura che resta qui giorni e giorni e delle erbacce che proliferano nei lotti vuoti da anni e che soprattutto d'estate sono un pericolo». Dei tanti problemi legati alle infrastrutture della zona artigiana, più volte si sono fatte portavoce nei confronti del Comune, le associazioni di categoria come Confartigianato e Cna. «Ma ad oggi - chiosa Mario Mirisciotti, titolare insieme al padre Calogero di un'officina nella parte alta a cui si arriva tramite una strada sterrata - Ci stanno lasciando morire». La cosa che agli artigiani sembra proprio non andare giù è il fatto che, nonostante il canone d'affitto versato al Comune, nemmeno le infrastrutture minime sono garantite. «Ogni 6 mesi - continua Mirisciotti - dobbiamo pagare al Comune circa 460 euro a testa. Se ritardiamo, i tassi di interesse per la morosità sono praticati in percentuali alte e crescenti al crescere del ritardo (dal 5 sino al 20%). Di contro, però, alle nostre legittime richieste di avere strade, illuminazione e almeno un'indicazione delle vie o dei lotti in modo che i clienti ci possano facilmente trovare, sinora hanno risposto picche».

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