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Enna, bombolette spray sulla statua di Mazzini

ENNA. Mazzini guarda ancora la sua piazza e a Mazzini chi lo guarda adesso?
Non ha un attimo di pace il pensieroso Mazzini: se nel 2012 in occasione del Giubileo Mariano rischiava lo sfratto a favore di un monumento celebrativo raffigurante Maria Santissima della Visitazione, patrona del popolo ennese, e la collocazione in una piazza ancora da definire oggi è vittima di vantali innamorati.
«Ti penso sempre, sei nella mia mente, ti vorrei con me…Ti amo» si legge sull'imponente piedistallo in marmo travertino e pietra lavica ormai completamente imbrattato dall'inchiostro azzurro di una bomboletta spray (Non sarebbe stato più opportuno scriverlo sulla sabbia? Come recitava il testo di una canzone degli anni '60 del duo beat Franco I e Franco IV) su cui è posato il bronzo dell'illustre genovese. Meno di due anni fa in sua difesa si mobilitò una fetta della popolazione, quella "laica", oggi mani ignote agiscono indisturbati, come ripetono alcuni commercianti dirimpettai della piazza. Ma facciamo un piccolo excursus per rimembrare il movimento d'opinioni che si creò durante i festeggiamenti del 600° anniversario dall'arrivo della statua della Madonna. Il comitato pro Mazzini nato sulle pagine del social network e trasferitosi sulle piazze venuti a conoscenza della proposta, avanzata dal primo cittadino, realizzò la petizione: "Contro lo snaturamento di Piazza Mazzini", trasformata in mozione d'indirizzo da presentare in consiglio (tutta l'opposizione l'avrebbe sottoscritta) e ai consiglieri fu chiesto di esprimere il proprio parere durante delle videointerviste, proiettate in un'assemblea pubblica in piazza Vittorio Emanuele. In città si crearono delle vere e proprie fazioni molti a favore dello stele con l'icona della Patrona molti altri del Padre della Repubblica ma accadde molto di più in quei mesi (da febbraio a giugno) a difesa del suo "domicilio" intervenne perfino un principe del foro milanese (il penalista Maurizio Steccanella). Il penalista con una missiva al sindaco Paolo Garofalo, comunicava che avrebbe interpellato la Corte dei Conti per le spese affrontate per la rimozione della statua a carico del Comune. Insomma ci fu un gran parlare della faccenda, tutti divennero un po' esperti della toponomastica della città ma alla fine si rivelò solo un gran polverone. E adesso chi si prenderà cura di quel bronzo e dell'omonima piazza? Furono mille i firmatari della petizione è possibile che tra di loro ci sia un volontario. "Che fine hanno fatto gli attivisti del comitato "Enna città laica"?", bisbiglia qualcuno con tono ironico. E i consiglieri dell'opposizione simpatizzanti? L'imponente statua è rimasta lì, ma a riflettori spenti nessuno s'indigna più. Il padre del Risorgimento italiano, che immobile vigila sulla città, potrebbe essere il simbolo del degrado che avanza, la stessa fine hanno fatto altri monumenti e tutte le fontane.

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