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Nicosia e il servizio di nettezza urbana, guerra aperta tra il Comune e l’Ato

NICOSIA. Tra Comune e gestore del servizio di nettezza urbana è ormai guerra dichiarata. Ieri mattina l'ultima occasione di dissidio è stata la soppressione nel centro cittadino di ben 15 punti di raccolta da cui sono stati rimossi i cassonetti. E poi c'è la questione della bollettazione del 2007 per la quale il sindaco pretende la revoca in autotutela perché si tratterebbe di fatture illegittime. Se a questo, che già non è poco si aggiunge, un servizio poco soddisfacente che negli anni, ha creato parecchi malumori, il mancato ritiro dei rifiuti che i nicosiani hanno differenziato all'Ecopunto, che al momento è stato costretto a chiudere, si comprende come la situazione sia particolarmente tesa e difficilmente si potrà arrivare a rapporti più sereni visto che presto, come sperano in molti e da più parti, il servizio tornerà a diretta gestionale comunale.
«Le bollette che ci hanno recapitato sono illegittime - tuona il sindaco Malfitano che ha predisposto al Comune un ufficio per impugnare le bollette consegnate nelle scorse settimane ai nicosiani - e pretendo che vengano immediatamente revocate. Ho sentito parlare di sospensione, ma non se ne parla. Non accetto giochetti - sottolinea - qui finalmente si deve arrivare ad una presa di posizione seria e non solo gli uffici comunali sono a disposizione di chi vuole impugnare le bollette, ma anche di quei nicosiani che hanno pagato e che vogliono recuperare quanto hanno ingiustamente versato». Ma oltre a questa questione c'è quella non meno scottante e problematica dei cassonetti rimossi. «Li devono immediatamente ricollocare - spiega senza mezzi termini l'assessore Nino Farinella - da dove li hanno rimossi. Si tratta di ben 15 punti di raccolta in tutta Nicosia dove la gente non ha più la possibilità di conferire i rifiuti se non a chilometri di distanza dalle proprie abitazioni. Parlo di Santa Lucia, di San'Anna, della zona della Mammafiglia - elenca l'assessore - dell'area del parcheggio dell'ex Educatorio, di Sant'Antonio Abate. I disservizi che ci stanno segnalando i cittadini sono tantissimi ed è ancora più grave che la società ha agito senza autorizzazioni da parte del Comune e senza nemmeno dare comunicazioni».
Da qualche anno, ossia da quando nel 2005 il servizio venne trasferito all'Ato, i disservizi sono stati moltissimi e si sono riproposte regolarmente mancate raccolte e accumuli di rifiuti fino ad arrivare a vere e proprie emergenze. D'altra parte poi le bollette hanno raddoppiato i loro importi e nemmeno la raccolta differenziata su cui le varie amministrazioni comunali che si sono succedute volevano puntare, è riuscita a decollare. Una speranza si era aperta con l'Ecopunto che inaugurato meno di un mese fa ha dovuto sospendere la propria attività perché la società che attualmente garantisce il servizio non ritira carta, cartone e alluminio. Forse agli amministratori non rimane altro da fare che prendere in mano una ramazza come fece a dicembre il vicesindaco Carmelo Amoruso che partecipò alla prima giornata ecologica promossa dal Movimento per la difesa dei territori, ma forse non basterebbe e quindi, probabilmente, si continuerà a seguire la strada del muro contro muro, per la quale a pagare sono sempre stati i netturbini.

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