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Più pazienti, meno medici: e in alcuni ospedali dell'Ennese mancano perfino i farmaci

ENNA. Una situazione se non drammatica ma sicuramente molto difficile. È quanto pensano dello stato di salute della sanità in provincia le segreterie provinciali dei sindacati autonomi di del comparto sanità di Ugl, Fials, Nursind, Sapmi e Usb, che all'interno dell'Asp hanno "peso" rilevante nel numero di Rsu. Una situazione pesante che a loro dire le stesse denunciano da tempo e che avevano rimarcato lo scorso mese di novembre davanti al Prefetto in un faccia a a faccia con il commissario straordinario dell'Asp Termine che tra l'altro si era preso degli impegni ben precisi su alcune problematiche poste dal sindacato sul tavolo prefettizio. E quindi secondo questi appare strano che la vicenda esca fuori in tutta la sua complessità dopo il blitz del sindaco di Enna Paolo Garofalo che nei giorni scorsi si è recato all'Ospedale Umberto I per un inaspettato «sopralluogo». I sindacati fanno una disamina a 360 gradi sulla, come loro la vedono, situazione in cui versa la sanità ennese e non si capisce il perchè l'assessorato regionale alla Salute non prenda ancora nessun provvedimento. Caos totale viene definito lo stato in cui versa l'ospedale Umberto I, con un Pronto soccorso che dal 2010 ha raddoppiato gli accessi ma che vede diminuire il numero di unità di medici ed infermieri. E lo stesso vale anche per altri servizi come l'attività operatoria che pur garantendo quella di urgenza non riesce a fare lo stesso con quella programmata. «Mancano presidi medici generici e specialistici necessari per la cura dei pazienti ricoverati presso le terapie intensive - scrivono in un documento congiunto - e le liste di attesa per l'effettuazione di prestazioni specialistiche sono lunghissime. E da quasi 12 mesi dalla entrata in funzione della risonanza magnetica non esiste in loco personale medico qualificato alla refertazione degli esami. Ed intano continuano i trasferimenti di personale». Ma secondo i sindacati autonomi i problemi non mancano neanche negli altri nosocomi. Al Basilotta di Nicosia, cronica carenza di personale infermieristico, con turni massacranti per chi è in servizio, a rischio la garanzia di prestazioni specialistiche con attrezzature elettromedicali come Tac, Ecografi, Colonscopio, Mammografo, Elettrocardiografi, Ecocardiografo e non ancora la riattivazione dei posti letto di Rianimazione e Utic. Sul Chiello di Piazza Armerina il cartello di sindacati, rimarca lo strano spostamento di personale malgrado invece la struttura è in sofferenza, con l'indebolimento di alcuni reparti. E stessi problemi anche per il Ferro-Branciforti-Capra di Leonforte. In tutti gli Stabilimenti si lamenta la mancata fornitura di farmaci. Un velo pietoso da stendere invece per le strutture territoriali.

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