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Tubercolosi, dissequestrati sei allevamenti a Enna

ENNA. Anche negli allevamenti di Enna è rientrato l'incubo delle malattie animali. Il sindaco ha revocato le restrizioni sanitarie per sei allevamenti di Enna, che riguardano centinaia di capi di bestiame, posti sotto sequestro, alcuni mesi fa, per il rischio di tubercolosi bovina. Adesso sono «liberi» da ogni tipo di limite o prescrizione.
Hanno dato i frutti attesi le azioni di profilassi e contrasto di queste malattie, nei cui confronti la sensibilità, da parte degli addetti ai lavori, da diversi anni a questa parte è altissima. Da gennaio, si ricorda, sono stati dissequestrati più di trenta allevamenti fra Enna, Leonforte e varie cittadine della zona nord, perché non ci sono più, come registrato adesso per gli ultimi 6 allevamenti, «rischi» di diffusione delle patologie. Le ordinanze del sindaco Paolo Garofalo sono state emesse il 4, il 5 e il 7 marzo, alla luce delle «risultanze favorevoli dei controlli» effettuati dai veterinari nelle aziende delle contrade Nicoletti, San Tomasello (dove si trovavano ben tre aziende ora dissequestrate), Severino e Scifitello, per la diagnosi di tubercolosi. Questa diagnosi, dunque, adesso è esclusa a tutti gli effetti.
I titolari degli allevamenti bovini possono riprendere le loro attività senza dover più fare i conti con sequestri «fiduciari». Anche gli altri allevamenti dissequestrati negli ultimi tre mesi, in passato, erano finiti al centro di provvedimenti di questo tipo perché al suo interno, i veterinari, avevano scoperto i germi della tubercolosi bovina o della brucellosi, altra malattia diffusa spesso, in passato, negli allevamenti. Adesso non c'è più alcuna emergenza e gli allevatori possono registrare importanti provvedimenti di revoca delle restrizioni, espressi, come detto, da ben sei, distinte, ordinanze sindacali. Questo significa che non ci sarà più alcun tipo di vincolo, eccetto che per l'utilizzo del latte da destinare al consumo umano, che dovrà essere raccolto in contenitori identificati con degli appositi contrassegni e destinato a caseifici che siano dotati di attrezzature idonee per essere risanato, prima della lavorazione mediante trattamento di pastorizzazione o qualsiasi altro trattamento termico equivalente, fino a quando sarà riacquisita la qualifica di «allevamento ufficialmente indenne».
A Enna e dintorni permane ancora solo qualche parziale sequestro, motivato da casi di brucellosi bovina. Ma si tratta di pochi allevamenti, dove comunque la situazione starebbe avendo un'evoluzione positiva. La revoca delle restrizioni è stata possibile solamente dopo aver sentito il parere del responsabile del servizio di sanità animale dell'Asp di Enna.
Nel capoluogo, infine, è rientrato anche un allarme brucellosi, che era stato registrato qualche mese fa in contrada Trabonella Castellaccio.

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