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Enna, lavori al Castello: un «tira e molla»

ENNA. Si sblocca l’intervento al Castello di Lombardia ma per il momento i lavori commissionati dal Genio civile non riprendono.
Domani la ditta «Di Cataldo» di Gagliano, che aveva iniziato lo scavo per la costruzione del muretto, inizierà la pulitura di tutta la parete rocciosa. Non appena ultimata, con tutta la parte deteriorata della roccia ben visibile, si deciderà il tipo di intervento da attivare.
È questa la decisione che ha preso giovedì scorso una commissione appositamente insediata, composta dai rappresentanti degli enti e delle associazioni interessate ai lavori: per la Soprintendenza, l’architetto Mameli; per il Genio civile, l’ingegnere Di Gregorio e il geometra De Maria; per il Comune, l’assessore Nasonte; per «Sicilia Antica» i due archeologi Amata e Marchiafava. Presente anche un rappresentante della ditta di Gagliano che sta compiendo i lavori per conto del Genio civile. L’ufficio regionale per questo intervento ha messo in campo una perizia di 200 mila euro.
Giovedì la commissione, su invito dei rappresentanti di «Sicilia Antica», si è recata prima in contrada Canalotto, in territorio di Calascibetta, per osservare l’intervento conservativo messo in opera su una parte rocciosa. Dopodichè, insieme, si sono recati al Castello di Lombardia per continuare nell'analisi della situazione. Per la verità ognuno delle parti non ha fatto alcun passo indietro.
I dirigenti e funzionari del Genio civile continuano ad essere convinti che il progetto messo in campo dalla perizia sia il migliore possibile e che debba essere applicata la chiodatura con la rete solo nella parte più ammalorata per metterla in sicurezza; Sicilia Antica, con i suoi archeologi, è, invece, ben convinta che la messa in sicurezza del costone dell’antico maniero possa avvenire in altri modi e con altre tecniche, più moderne e più confacenti ai monumenti. Per Sicilia Antica il Castello si dovrebbe mettere in sicurezza sì con una chiodatura e con reti metalliche, ma utilizzando quelle esterne a scomparsa, in modo da risultare invisibili ed evitare di deturpare la bellezza del monumento. E proprio i lavori di contrada Canalotto a Calascibetta ne sarebbero una pratica ed evidente testimonianza.
Varie associazioni hanno tenuto martedì una riunione durante la quale i più drastici chiedevano una denuncia alla Procura della Repubblica «contro lo scempio del Castello». Valutavano anche l’intervento finanziario troppo sostenuto rispetto al risultato da ottenere. Poi le «colombe» sono riuscite a stemperare gli animi tenendo ferma la protesta ma al contempo iniziando un dialogo costruttivo con gli enti impegnati nei lavori. Una denuncia in Procura avrebbe bloccato le opere per tanto tempo. Il Comune non è parte in causa ma sta seguendo con attenzione l’intero iter: «Abbiamo - dice l’assessore ai Lavori pubblici, Francesco Nasonte - una posizione neutra ma seguiamo passo passo i lavori. Il Castello oltre a essere una meravigliosa testimonianza culturale e storica è anche una enorme risorsa per il turismo». Nasonte specifica gli interventi che il Genio civile sta compiendo: «In atto sta mettendo in sicurezza il costone e niente più. Non sta compiendo alcun recupero». In ogni caso il Comune intende attivarsi «per la rivalutazione dell’intero sito e questo vuol dire che reagiremo a qualsiasi progetto che possa deturpare il Castello». Da sottolineare che l'antico maniero non è di proprietà del Comune ma del demanio e quindi l'amministrazione può solo vigilare.

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