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Catenanuova: associazione mafiosa, dieci anni a Passalacqua

CATENANUOVA. Il Tribunale di Enna ha inflitto 10 anni di reclusione a Filippo Passalacqua, 33 anni, presunto reggente del clan Cappello a Catenanuova. L'imputato è stato condannato per associazione mafiosa aggravata dall'aver promosso, diretto e capeggiato l'organizzazione in paese, e dal fatto che l'associazione sarebbe stata in possesso di armi. Esclusa invece l'aggravante relativa al reimpiego di somme provenienti da attività illecite. La sentenza è uscita ieri pomeriggio, poco dopo le 17, letta dal presidente del tribunale collegiale, il giudice Giuseppe Tigano. Ad assistere alla lettura, oltre al pm e al difensore di Passalacqua, il penalista Davide Giugno del foro di Catania, c'era pure l'imputato, presente in videoconferenza dal carcere di Milano Opera, dove è detenuto al 41 bis, il cosiddetto «carcere duro» per i capimafia. A Passalacqua sono state inflitte anche le pene accessorie dell'interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e della libertà vigilata per tre anni. Alla lettura del dispositivo, l'avvocato Giugno non ha voluto commentare la sentenza. Fonti di difesa comunque affermano di attendere il deposito delle motivazioni per proporre ricorso alla Corte di Appello. Passalacqua infatti si professa innocente. Ha respinto ogni accusa sin dal giorno dell'arresto, avvenuto nell'operazione Fiumevecchio, condotta dai carabinieri del colonnello Baldassare Daidone. È stata esclusa, dunque, l'aggravante che si applica se "le attività economiche di cui gli associati intendono assumere o mantenere il controllo sono finanziate, in tutto o in parte, con il prezzo, il prodotto, o il profitto di delitti". La pena finale, dieci anni, esattamente quanto aveva chiesto nella requisitoria il pm Roberto Condorelli, è frutto di una riduzione per la scelta del rito abbreviato, per cui ha optato la difesa mentre era in corso il processo. Passalacqua era originariamente alla sbarra assieme ai catenanuovesi Salvatore Leonardi e Salvatore Marletta, entrambi poi condannati in primo grado. Durante il dibattimento, in pratica, dopo la deposizione di un pentito, il pm aveva chiesto di modificare il capo di imputazione, aggiungendo, per l'appunto, l'aggravante di esser stato il capo del clan Cappello in paese. Passalacqua, dopo l'operazione Fiumevecchio, è stato destinatario di altre due ordinanze di custodia cautelare, la "Strage di Catenanuova" e "Go Kart": la prima riguarda l'omicidio di Salvatore Prestifilippo Cirimbolo, per cui è tuttora sotto processo; la seconda, per cui le indagini sono ancora in corso, per estorsione e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Secondo la Dda di Caltanissetta, Passalacqua avrebbe assunto la guida delle attività mafiose in paese, che dipendevano dai Salvo di Catania, uno dei gruppi facenti parte del clan Cappello, orbitante nell'area del villaggio Sant'Agata a Catania. A Catenanuova il clan si sarebbe occupato di spaccio e del pizzo.

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