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Regalbuto, violenza sessuale: chiesto rinvio a giudizio per un insegnante privato

I genitori di due giovanissime studentesse gli avrebbero affidato le proprie figlie per alcune lezioni private e lui, un settantenne, ne avrebbe abusato sessualmente, in tempi diversi, approfittando della situazione. Gli abusi, che sarebbero consistiti in baci, carezze e palpeggiamenti, sarebbero andati avanti fino a febbraio dell’anno scorso. I pm Fabio Scavone e Anna Granata hanno chiesto il rinvio a giudizio di un insegnante privato di 71 anni, con l’accusa di violenza sessuale aggravata e continuata ai danni di due ragazzine, che all’epoca dei fatti avevano un'età inferiore ai 14 anni. L’insegnante è un incensurato, indagato a piede libero e mai destinatario di alcun tipo di provvedimento cautelare, nel corso dell’inchiesta, che si è chiusa già da tempo, tanto che il 10 ottobre del 2013 la Procura ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio. Ieri si sarebbe dovuta aprire l'udienza preliminare dinanzi al Gup di Enna Luisa Maria Bruno. Ma l’udienza è slittata al prossimo 8 maggio, per un impegno del difensore dell’indagato, l’avvocato Vito Felici. Ieri mattina in Tribunale, con il loro legale e pronti a costituirsi parte civile, c’era una coppia di genitori di Regalbuto, assistita dall’avvocato Pierfrancesco Buttafuoco, particolarmente amareggiata anche del fatto che nei confronti dell’insegnante non fosse scattato alcun provvedimento cautelare. «Siamo turbati dal fatto che non sia stato preso alcun tipo di provvedimento cautelare - afferma il padre - anche perché quest’uomo continua a ricevere minorenni per lezioni private, nonostante le gravi accuse che gli sono state mosse. Ci saremmo aspettati almeno un provvedimento di interdizione». L'indagine, scaturita dai racconti delle minorenni, è stata svolta dai carabinieri della compagnia di Nicosia, diretti dal maggiore Michele Monti, che hanno depositato la propria informativa nel febbraio dell'anno scorso. Sempre nel corso delle indagini, inoltre, sono state sentite le minorenni, dopo che è stata eseguita una consulenza tecnica per conto della Procura, al fine di valutare la capacità di rendere testimonianza delle presunte vittime; e sono stati svolti alcuni interrogatori.
La Procura contesta all’insegnante di aver agito con abuso di autorità, costringendo le due minorenni a subire e compiere atti sessuali. Si tratta, come si diceva, di un’inchiesta che è stata condotta nel più assoluto riserbo dai carabinieri e dalla magistratura; e che solamente adesso viene fuori perché è stato chiesto il rinvio a giudizio e perché ieri si sarebbe dovuta aprire l’udienza preliminare. Fonti vicine alla difesa dell’indagato, invece, sostengono che proprio l’assenza di alcun provvedimento cautelare, nel corso dell’inchiesta, sarebbe la dimostrazione dell’insussistenza delle accuse; che tra l’altro, nonostante l'attività investigativa svolta, sarebbero prive di riscontri. Sta di fatto che si entrerà nel vivo fra un mese, dinanzi al Gup Bruno, per l’udienza preliminare. J. Tr.

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