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Enna, cani-killer fanno strage di pecore: 16 muoiono, 30 restano ferite

ENNA. Nuovo raid notturno di un branco di cani randagi in un allevamento di periferia. Era già accaduto a novembre. Adesso i cani hanno sbranato sedici fra pecore e capre e ne hanno ferite altre trenta, all'interno di un allevamento di contrada San Tomasello a Enna bassa. Lo hanno accertato gli esperti del Dipartimento di prevenzione veterinaria dell'Asp di Enna. I due precedenti, si diceva, risalgono a cinque mesi fa, ma sono avvenuti in altre zone, ovvero nelle contrade Torre San Giuseppe, dove furono uccise 15 pecore e ne rimasero ferite 5; e Cozzo di Povero, dove il bilancio fu di 7 pecore morte e 12 ferite. La zona è quella fra Enna bassa e Pergusa. Nelle contrade a ridosso del centro abitato, insomma, torna a essere emergenza il fenomeno del randagismo, negli allevamenti dove i cani possono riuscire a introdursi. L'aggressione è stata accertata dagli esperti due settimane fa, ma la notizia è trapelata solo adesso. Ed è stata emessa un'ordinanza dal sindaco Paolo Garofalo, con cui sostanzialmente il primo cittadino - citando il regolamento di polizia veterinaria, che lo impone - ordina l'isolamento per 4 mesi dell'allevamento, considerato che "gli animali morsicatori sono rimasti ignoti e che pertanto non si può procedere alla loro osservazione sanitaria"; e che oltre agli ovi-caprini le cui ferite sono già state accertate, non si può escludere il ferimento, anche lieve, di altri esemplari "che comunque possono essere venuti a contatto con i cani responsabili dell'aggressione". Gli animali dovranno essere tenuti sotto osservazione, in pratica, e resteranno sotto sequestro, affidati ai loro proprietari. Il provvedimento del primo cittadino, per ragioni di sanità, durerà quattro mesi dalla data dell'aggressione - dunque sono già passate due settimane, che risalirebbe al 15 aprile - e riguarderà tutti gli animali presenti negli allevamenti. Inoltre è stato imposto il divieto di movimentazione degli animali per tutta la durata dell'osservazione (fino alla metà di agosto), "se non per imperiose esigenze di pascolo o di macellazione previa autorizzazione da parte delle autorità competenti". Il latte prodotto, durante tutto il periodo di osservazione, è consentito solo dopo un processo di risanamento termico documentato. I proprietari inoltre hanno l'obbligo di comunicare al Dipartimento di prevenzione veterinario l'eventuale morte di ovini prima dello scadere del periodo di osservazione; e, se dovesse accadere, gli animali morti o abbattuti dovranno essere distrutti, "con divieto assoluto di scuoiamento". Il proprietario dell'allevamento, la signora C. M. A., che ha subito un danno per via dell'azione dei randagi, è stato dichiarato adesso responsabile dell'esecuzione delle norme contenute nell'ordinanza del sindaco Garofalo.

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