ENNA. Il 60 per cento delle imprese non prevede nuove assunzioni con i nuovi contratti a termine e sull’apprendistato previsti dal decreto legge «Jobs Act», del governo Renzi.
La preoccupazione arriva da Unimpresa Enna attraverso il suo presidente provinciale, Michele Turrisi, secondo cui tre imprese su cinque sostengono che il tetto aziendale per i rapporti di lavoro a tempo determinato e l’abolizione del piano formativo individuale per l’apprendistato non agevolano la creazione di occupazione.
Il decreto, sempre secondo Turrisi, dovrebbe essere «depurato» dalla burocrazia e reso più snello. Quindi, per la maggior parte del tessuto imprenditoriale il provvedimento del governo rappresenterebbe una vera beffa.
Secondo Unimpresa, che ha condotto il sondaggio, è sbagliato sia il tetto aziendale per i contratti di lavoro a termine, sia l’abolizione del piano formativo individuale per gli apprendisti. «Le misure introdotte dall’esecutivo di Matteo Renzi - spiega Turrisi - sono apprezzabili, ma riteniamo opportune alcune correzioni. Speriamo che ci sia il tempo, oltre che la volontà da parte della maggioranza parlamentare, di modificare il testo nel corso dell’iter parlamentare», aggiunge.
Secondo gli esperti dell’associazione, per quanto riguarda i contratti a termine, è di grande importanza l’eliminazione della causale e la possibilità di procedere a più di una proroga, senza obbligare le aziende a pericolose ed elusive chiusure e riaperture contrattuali nel rispetto dei periodi di latenza.
Il vero nodo, però, è aver stabilito una percentuale massima di lavoratori a termine presenti in azienda.
Quanto alle novità introdotte in materia di apprendistato, appare lodevole la motivazione, molto meno il risultato. La vera attività formativa è il lavoro e non solo l’aula. Invece, l’elemento distintivo del contratto di apprendistato è la componente formativa che sicuramente non è la componente fondamentale se ricerca l'impresa per suoi apprendisti.
Caricamento commenti
Commenta la notizia