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Nicosia, ospedale Basilotta sotto la «lente» dell’Europa

La denuncia presentata dai sindacati dei medici sarà esaminata dalla Commissione. Guin: «Verranno informati sull’esito»

NICOSIA. La Commissione Europea ha preso in carico la denuncia dei sindacati sottoscritta dai medici del Basilotta, Francesco Castelli della Fials medici e Paolo Trovato della Fesmed, presentata il 7 aprile. Nessuna risposta dalle istituzioni nazionali, regionali e provinciali cui era stato inviata lo stesso esposto.
La nota di risposta è firmata da Muriel Guin, capo unità della Direzione generale occupazione, affari sociali e pari opportunità della Commissione europea, è stata inviata all’avvocato Giuseppe Agozzino che assiste i due sindacati nella procedura di avvio di infrazione contro l’Italia. La Commissione scrive: «I servizi della Commissione provvederanno a esaminare la denuncia secondo il pertinente diritto dell’Unione e informeranno degli esiti dell’esame e dell’eventuale andamento del procedimento d’infrazione». I due sindacati, hanno presentato l’esposto alla Ue, per la problematica situazione lavorativa, che vede i medici affrontare 20 turni di pronta disponibilità per singolo medico al mese invece dei 10 turni previsti dal contratto di lavoro. Un superlavoro che sottopone i medici ad enorme stress e viene portata avanti in violazione della direttiva europea che prevede il limite massimo di 48 ore settimanali lavorative e un minimo di 11 ore consecutive di riposo.
Dopo la prima denuncia, Francesco Castelli, dirigente provinciale della Fials medici di Enna ha presentato, alcuni giorni fa, un supplemento di esposto, per denunciare la grave situazione dei reparti di Rianimazione - anestesia e ortopedia del Basilotta. A Rianimazione, nei notturni e festivi la “guardia” è sostituita dalla pronta disponibilità. “Nei casi di anestesia e rianimazione – afferma Castelli - non c’è il medico anestesista di guardia, ma solo il reperibile di turno nelle ore notturne e festive. Nel caso di un paziente che deve essere trattato in emergenza, il medico del pronto soccorso, chiama il medico anestesista reperibile, che deve raggiungere l’ospedale dalla propria abitazione”. E così in Ortopedia, “dove – prosegue Castelli – si debbono prevedere necessariamente la pronta disponibilità sostitutiva e la pronta disponibilità integrativa, poiché in sala operatoria debbono essere presenti due medici ortopedici e non uno solo”. I denuncianti, hanno anche chiesto alla Ue di verificare un’ispezione, per verificare le cose che sostengono.

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