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Nicosia, stipendio senza lavorare: tagliano le erbacce

NICOSIA. Il lavoro che reclamano dall'inizio dell'anno non arriva e allora i fontanieri se lo inventano. Da volontari hanno cominciato, ieri pomeriggio, a ripulire dalle erbacce il quartiere di Santa Maria Maggiore. Ma per Salvatore Riggio, Pietro Muzzicato, Felice Giangrasso, Alberto Quattrocchi e Francesco Notararrigo il dramma si complica perché se dal mese di gennaio non sono più impiegati né dalla società Acqua Enna, che come è notorio non li vuole più, né dal Comune, nel mese di maggio non riceveranno più nemmeno il salario.
Ieri pomeriggio armati di guanti, mascherine, badili e sacchi hanno avviato un'azione di pulizia straordinaria ma anche una singolare azione di "protesta civile" per reagire ad una situazione che per loro è molto umiliante. "Non ce la facciamo più a non lavorare - raccontano i cinque operai comunali che fino al 31 dicembre dello scorso anno sono stati comandati ad Acqua Enna - per noi è mortificante andare tutti i giorni nella sede della società a chiedere di farci lavorare e sentirci rispondere sempre allo stesso modo". La loro situazione è in stallo ormai da cinque lunghi mesi.
Nello scorso mese di aprile i cinque, che sono seguiti dalla Uil, hanno diffidato, attraverso i legali Lucia Fascetto e Lucia Polizzi, il Comune e Acqua Enna chiedendo che gli venisse garantita "la ripresa materiale e concreta della propria attività lavorativa in favore dell'ente Comune di Nicosia". Avevano anche annunciato che se entro 15 giorni non fossero stati occupati si sarebbero rivolti al Giudice e così stanno facendo, ma intanto, con uno scatto di orgoglio, si sono inventati un'attività che nessuno vuole dargli.
Il Comune, da cui dipendono, non li impiega perché l'amministrazione comunale sostiene che non avendo la gestione diretta del servizio idrico non può farli lavorare e la società ha detto chiaramente che non li vuole più.
Ma nonostante questa paradossale condizione gli operai a cui l'occupazione non viene garantita, fino al mese di aprile, si sono visti pagare il salario. Per i quattro fontanieri e per l'operatore idraulico, prima comandati e poi trasferiti ad Acqua Enna, che la società non utilizza più dallo scorso primo gennaio, la Giunta municipale per 4 mesi ha continuato ad anticipare i fondi che servono a pagare il loro salario e i contributi Inail. Si tratta di una spesa che per il Comune si aggira intorno ai 13 mila euro mensili. Tutte le anticipazioni, come si legge nelle varie delibere di Giunta che anticipano i loro salari, sono state disposte "a titolo provvisorio con recupero sulla società Acqua Enna". Ma per il mese di maggio la delibera non è arrivata.
«Per il mese di maggio - spiega Pasquale Calandra della Uil - sono stati avvertiti dall'amministrazione comunale, e in particolare dal sindaco Malfitano, che non riceveranno il pagamento del salario perché c'è il parere contabile negativo dell'Ufficio di ragioneria. Parere contabile - continua Calandra - che è stato negativo anche nel mese di aprile ma la Giunta ha anticipato lo stesso le somme. Ritengo stucchevole che adesso la responsabilità venga addebitata al dirigente dell'ufficio finanziario. Adesso oltre a rivendicare la dignità del lavoro e del lavoratore dovremo occuparci anche di fornire a questi cinque uomini e alle loro famiglie il credito alimentare».

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