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«Niente brucellosi»: dissequestrati 6 allevamenti a Enna e Leonforte

ENNA. È rientrato a Enna e Leonforte l'incubo delle malattie animali. I sindaci Paolo Garofalo e Francesco Sinatra ha dissequestrato sei allevamenti, rispettivamente di bovini e ovini, e revocato le restrizioni sanitarie che erano state imposte ai proprietari di centinaia di capi di bestiame, perché erano stato individuati - nelle aziende agricole - focolai di brucellosi e tubercolosi bovina. Hanno dato i frutti attesi le azioni di profilassi e contrasto delle zoonosi, nei cui confronti la sensibilità, da parte degli addetti ai lavori, da qualche anno è salita ai massimi livelli.
Da gennaio, si ricorda, sono stati dissequestrati più di quaranta allevamenti fra i due centri e il territorio di altri paesi della zona nord, perché non ci sono più "rischi" di diffusione delle patologie. A Enna, nello specifico, sono stati dissequestrati gli allevamenti siti nelle contrade Privita, Trabonella Castellaccio e Turlimurli. A Leonforte sono stati dissequestrati tre allevamenti di pecore di contrada Scavo, appartenenti a tre differenti proprietari. Le ordinanze sono state emesse alla luce delle "risultanze favorevoli dei controlli" effettuati dai veterinari per la diagnosi di tubercolosi, che adesso è stata esclusa a tutti gli effetti; sentito il parere del responsabile del servizio di sanità animale dell'Asp di Enna. I titolari degli allevamenti bovini possono riprendere le loro attività senza dover più fare i conti con sequestri "fiduciari". Non ci sarà più alcun tipo di vincolo, eccetto che per l'utilizzo del latte da destinare al consumo umano, che dovrà essere raccolto in contenitori identificati con degli appositi contrassegni e destinato a caseifici che siano dotati di attrezzature idonee per essere risanato, prima della lavorazione mediante trattamento di pastorizzazione o qualsiasi altro trattamento termico equivalente, fino a quando sarà riacquisita la qualifica di "allevamento ufficialmente indenne". A Enna e dintorni permane ancora solo qualche parziale sequestro, motivato da casi di brucellosi ovina. Ma si tratta di pochi allevamenti, dove comunque la situazione starebbe avendo un'evoluzione positiva.

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