ENNA. L'ex assessore provinciale Filippo Faraci è stato prosciolto in istruttoria dall'ipotesi di tentata concussione. La Procura ha chiesto e ottenuto l'archiviazione delle accuse, piuttosto gravi, che avevano portato all'iscrizione del politico sul registro degli indagati: era accusato di aver fatto pressioni su un funzionario per chiedere tangenti a una ditta che doveva effettuare lavori per l'ente. Ma questa ipotesi dunque è caduta nel corso dell'inchiesta, anche se ci sono voluti quasi cinque anni per arrivare al decreto di archiviazione, emesso dal Gup Calogero Commandatore.
La richiesta di archiviazione è del procuratore capo Calogero Ferrotti, formulata all'esito di un'indagine che è stata condotta dagli agenti della Squadra Mobile. Faraci, originario di Barrafranca e che è difeso dall'avvocato Marco Di Dio Datola, non ha mai commentato questa indagine. E anche oggi, pur nella comprensibile gioia per la fine di questa vicenda, il suo commento è laconico: «Siamo sempre stati fiduciosi nella giustizia e nell'operato delle forze dell'ordine - ha detto - e alla fine è arrivato questo risultato, di cui siamo molto soddisfatti». Faraci ricorda che questa indagine aveva portato alle sue dimissioni, nel dicembre del 2009. «Mi sono dimesso per ragioni di opportunità, per evitare strascichi o strumentalizzazioni - taglia corto - ma sapevo di non aver fatto niente, e dunque ero consapevole che era sufficiente attendere, che la giustizia avrebbe fatto il suo corso».
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