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Niente assenteismo all'ospedale di Piazza Armerina, 27 prosciolti

Per i legali degli indagati: non basta il fatto che altri abbiano strisciato il badge al posto loro, per dimostrare che ci sia assentati dal posto di lavoro

PIAZZA ARMERINA. Si è chiusa con il proscioglimento di quasi tutti gli indagati l'udienza sui presunti casi di assenteismo all'ospedale Chiello, denunciati cinque anni fa dalla Digos. La Procura di Enna aveva chiesto il rinvio a giudizio di 28 tra medici, infermieri, ausiliari e dipendenti amministrativi dell'Asp di Enna. Ma adesso il Gup Calogero Commandatore ha emesso sentenza di non luogo a procedere per ventisette di loro, e ha rinviato a giudizio solo un ventottesimo, il dipendente amministrativo C.R., perché più volte, nonostante ufficialmente si trovasse al suo posto di lavoro, sarebbe stato visto da tutt'altra parte.

È l'inchiesta che portò gli agenti ad installare una videocamera a ridosso della macchinetta dove i dipendenti dell'ospedale Chiello andavano a timbrare il cartellino. A C.R., quando nel 2009 la vicenda venne allo scoperto, era stato notificato anche un provvedimento di sospensione dal servizio per un mese. Adesso dunque per ventisette indagati il giudice ha accolto le tesi dei loro legali, gli avvocati Marco Di Dio Datola, Gaetano Gugliara, Egidio La Malfa e Mauro Di Carlo, decidendo per il non luogo a procedere. Per quasi tutti, la spiegazione è semplice: non basta il fatto che altri abbiano strisciato il badge al posto loro, per dimostrare che ci sia stato davvero "assenteismo"; ma ci vogliono riscontri caso per caso, in base alla giurisprudenza della Corte di Cassazione, che effettivamente non fossero a lavoro.

 

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