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Mafia, «Frode sui contributi»: Seminara a processo

I carabinieri hanno ricostruito che molti dei terreni formalmente presi in affitto si basavano su contratti di locazione falsi

ENNA. Nuovo processo per il presunto referente provinciale di Cosa Nostra Salvatore Seminara, allevatore di 64 anni. “Zio Turi”, come lo chiamano nelle intercettazioni alcuni mafiosi della provincia, a partire dal prossimo 3 dicembre dovrà rispondere dell’accusa di frode, in relazione a una presunta percezione indebita di contributi per l’agricoltura, continuata negli anni.

Secondo gli investigatori, sulla carta l’azienda agricola di Seminara gestiva un “Grande Feudo” (fu proprio questo il titolo dato dai carabinieri alla loro operazione, due anni fa) a metà tra le province di Enna e Catania, precisamente nella zona del Calatino. Ma molti dei terreni che formalmente aveva preso in affitto – e in virtù dei quali avrebbe ottenuto i contributi dell’Agea – in realtà, secondo i carabinieri si basavano su contratti di locazione falsi, riportanti firme di persone ignare di tutto.

L’inchiesta è stata compiuta dai militari del nucleo investigativo del reparto operativo dei carabinieri di Enna, diretti dal capitano Michele Cannizzaro, sotto il coordinamento della Procura di Caltagirone. L’attività investigativa ha consentito di quantificare la presunta indebita percezione dei contributi comunitari, che ammonterebbe a 250 mila euro.

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