TROINA. Migliaia di ettari di terreni demaniali dell'azienda Silvopastorale di Troina, un paese di 10 mila abitanti in provincia di Enna, sono stati concessi in affitto per pascolo, per decenni, a canoni che variavano dai 12 euro ai 30 euro ad ettaro, a fronte di contributi europei di 300 euro per ettaro.
Grazie alla prefettura tutti questi contratti, che riguardano circa 4.200 ettari, affidati per favorire persone vicine alla mafia dei Nebrodi, sono stati rescissi. Il provvedimento, ora varato anche dal Consiglio comunale di Troina, giunge dopo l'inchiesta della commissione d'indagine voluta dal prefetto di Enna, Fernando Guida.
«È stata ripristinata la legalità nella gestione dell'azienda Silvopastorale del Comune di Troina - dice il prefetto -. È stato già avviato l'iter per impugnare tutti quegli altri contratti che, benchè sottoscritti da persone non colpiti da interdizione per motivi di mafia, sono stati stipulati senza alcuna gara di evidenza».
Dall'indagine è emersa la presenza nelle zone agricole, gestite dall'azienda, di famiglie di allevatori legate alla mafia messinese. Mai sono state espletate gare d'appalto. Tutto questo senza che nè le giunte nè i consigli comunali che si sono succeduti negli anni abbiano mai sollevato alcun rilievo. Già negli scorsi mesi, e dopo l'avvio dell'inchiesta, il sindaco di Troina, Fabio Venezia, è stato messo sotto scorta.
Caricamento commenti
Commenta la notizia