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Nicosia, la battaglia per il Tribunale: così provano ad evitare la chiusura

Gli avvocati Salvatore Timpanaro, Anna Maria Gemmellaro e Piergiacomo La Via lottano su più fronti

NICOSIA. La lotta per salvare il Tribunale si fa sempre più dura e viene combattuta su più fronti, ma appare come una battaglia contro i mulini a vento perché il territorio, da cui stanno partendo una serie di istanze, non ha interlocutori istituzionali, se non il governo regionale che sta lavorando ad un ricorso da presentare alla Corte costituzionale. Da un anno e mezzo si cerca la strada giusta per portare le istanze del territorio e le sue oggettive difficoltà al ministro Paola Severino, che invece accelera sulla revisione della geografia giudiziari, rendendo sempre più improbabile la possibilità di una deroga. Il Ministero ha già inviato, ai presidenti delle Corti d'appello e ai Pg, le linee guida per la dismissione degli immobili, e ha limitato al massimo la possibilità di deroghe. «In questo momento le nostre speranze sono riposte nella via giudiziaria - spiega senza mezzi termini Piergiaconmo La Via componente della giunta nazionale dell'Anai - tanti Tribunali italiani hanno rimesso gli atti alla Corte costituzionale e siamo fiduciosi sulla decisione che verrà presa, in merito, a maggio prossimo, dal Tribunale di Nicosia sulle questioni di legittimità. Inoltre - continua aprendo uno spiraglio politico - nel momento in cui ci sarà un nuovo Governo riproporremo la questione anche a livello politico». Altro fronte ancora tutto da esplorare quello che sta seguendo il Coordinamento unitario per il tribunale, che lavora ad un esposto - istanza per la verifica dei requisiti di sicurezza dei locali del Tribunale accorpante di Enna. «La soppressione del Tribunale - spiega Salvatore Timpanaro - determinerà la desertificazione del nostro territorio e la congestione delle inadeguate strutture del Tribunale accorpante di Enna. Stiamo verificando l'adeguatezza delle strutture alla stregua delle norme di sicurezza vigenti sia a tutela del personale che degli utenti». Un trasloco che per il presidente del Tribunale accorpante sarebbe già possibile perché ci sarebbero gli spazi adeguati, ma d'altro canto non si sa ancora con quali fondi si affronterà un trasferimento che solo per l'archivio penale prevede il trasloco di 200 mila fascicoli. Gli interventi sono anche a livello politico. «Sto seguendo la questione a Palermo e - spiega Anna Maria Gemmellaro - l'assessore Marino mi ha confermato che il ricorso da presentare alla Corte costituzionale è quasi in dirittura d'arrivo. Mentre il senatore Lumia ha promesso che non appena avrà un interlocutore si impegnerà per sospendere l'attuazione del decreto quanto meno in attesa della decisione della Corte costituzionale sui ricorsi pendenti».  
 

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