ENNA. Crolla parte del prospetto dell’antico Palazzo Caprini, su via Francesco Salamone, a Nicosia e oltre al divieto a parcheggiare nei pressi scatta un’ordinanza sindacale che obbliga i proprietari dell’antico immobile a consolidare e mettere in sicurezza il prospetto e il cornicione.
Il crollo di palazzo Caprini, nella centrale salita Salamone che collega la piazza Garibaldi con Santa Maria Maggiore, è in ordine di tempo l’ultimo che si registra in città e che da la cifra di quanto sia esteso il fenomeno dell’abbandono del centro storico per usi abitativi. Quartieri disabitati e degrado urbano continuano ad essere un’emergenza per il centro della città che continua a spopolarsi sia per la diminuzione della popolazione ma anche perché l’espansionismo edilizio ha favorito il popolamento delle periferie.
Lo scorso 11 agosto un cittadino ha segnalato al Comune che dal prospetto si erano distaccati dei calcinacci. E lo stesso giorno l’Utc, attraverso il tecnico reperibile, ha effettuato un sopralluogo e ha stabilito, come risulta da una relazione del 12 agosto, che c’è pericolo per la pubblica incolumità. La prima azione per evitare danni a persone e cose è stata quella di segnalare il pericolo e vietare il parcheggio, quindi è arrivata l’ordinanza sindacale che intima ai proprietari di mettere in sicurezza l’antico palazzo. Si tratta di sette proprietari eredi a vario titolo dell’antico immobile che però è disabitato. Palazzo Caprini venne costruito nel XVIII secolo e conserva un suggestivo, quanto abbandonato, atrio rinascimentale da cui si accede dal prospetto principale che è quello che si sta sgretolando. In realtà l’abbandono dell’immobile è relativo solo alla parte che si affaccia sulla salita Salamone perché gli altri due prospetti, quello su piazza Caprini e quello su via Antonio Gussio, offrono l’accesso a case dove si continua a vivere.
La strada su cui si trova il prospetto pericolante è molto trafficata sia a piedi che dalle automobili perché garantisce il collegamento tra la piazza principale e l’antico quartiere di Santa Maria Maggiore, che fra l’altro ospita anche il secondo circolo della scuola elementare. Dopo questo crollo anche via Salamone, dopo il quartiere dei Cappuccini e quello di Santa Caterina che però sono più defilati e bisogna andarci apposta, diventa il simbolo di come i quartieri storici si stiano spopolando lasciando dietro di sé solo macerie e dove chi continua a vivere, ma anche chi li frequenta abitualmente anche solo di passaggio, deve fare i conti con il degrado urbano. Il quartiere disabitato e degradato continua ad essere un’emergenza per il centro cittadino che si spopola.
Nicosia, Palazzo Caprini si sta sbriciolando
Continui cedimenti caratterizzano il prospetto di via Francesco Salamone: ordinanza del sindaco obbliga i proprietari a consolidare l’immobile
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