ENNA. Uno spazio all’aperto di circa sessanta metri quadrati, perimetrato da un muretto ormai quasi totalmente divorato dall’umidità, una ringhiera soprastante e un cancello completamente arrugginiti.
Dentro erbacce, un tendone verde, cataste di ramaglie, pezzi di ferro deteriorati e persino due motori di mezzi agricoli abbandonati all’ingresso. E poco più sopra lungo la strada che porta al Castello di Lombardia, tra roccia e pendici affacciate verso Calascibetta, ancora lamiere e pezzi di vecchi computer abbandonati, una balaustra divelta.
Si presenta così quello che una volta era il giardino del duomo, aperto sul viale Caterina Savoca nei pressi del civico 44, area destinata a dare uno sfogo verde agli spazi parrocchiali e in generale a tutta la struttura connessa alla chiesa madre del capoluogo.
«Da anni questa area, nel cuore della città e ai piedi di un luogo simbolo come il duomo, purtroppo è di tutti e di nessuno – commenta il vice parroco Giuseppe Rugolo che, a rimedio dello stato di abbandono del giardinetto ha però ben pensato a una soluzione “creativa” – Da adesso il giardinetto sarà affidato alle cure e alla gestione del gruppo Agesci che è una delle realtà più attive della nostra parrocchia».
«A loro – ha detto il giovane sacerdote – il compito di divenirne custodi, sapendo che custodire non vuol dire necessariamente essere proprietari, ma soprattutto amare e proteggere il bene affidato».
A suggellare la consegna del luogo, un gesto significativo, frutto di un percorso intrapreso da qualche mese dall’istituto comprensivo De Amicis in cui peraltro Giuseppe Rugolo è insegnante di religione. Venerdì mattina, infatti, hanno raggiunto il piccolo giardinetto del viale Savoca alcuni studenti, il dirigente Filippo Gervasi e il docente referente del progetto “Custodi del creato” Paolo Patrinicola, portando in dono un piccolo albero di noce.
«È il terzo degli alberi che ci ha consegnato a novembre Papa Francesco quando ci ha accolto in udienza generale per la Giornata mondiale del creato, nominando i nostri ragazzi custodi del creato – spiega il dirigente Gervasi – Dopo averne donato uno alla città (piantandolo in via Spirito Santo, ndr) e un altro al carcere, vogliamo lasciare questo segno alla chiesa madre, affinchè nasca un patto tra agenzie educative importanti come la scuola, la chiesa e gli scout».
«Per noi – ha commentato l’educatore Agesci Liboria Renna, durante la minicerimonia allestita tra zappe e chitarre scout – il rapporto con la natura è fondamentale, la nostra esperienza di vita parte da lì. Per questo non possiamo che accettare la sfida e impegnarci a trasformare questo spazio in un giardino delle meraviglie».
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