ENNA. L'atto che si attendeva da tempo è arrivato. Da mercoledì scorso la società in liquidazione Ennaeuno è senza una guida. I due componenti del collegio di liquidazione il rappresentante legale Giovanni Interlicchia ed il componente Michele Sutera hanno rassegnato le dimissioni inviando una lettera, dai toni non certo teneri, non presentandosi fisicamente ai sindaci riuniti in assemblea mercoledì scorso. A volere la loro “testa”, la quasi totalità dei primi cittadini che hanno criticato il loro operato in particolare per provvedimenti sul personale. E nella stessa seduta di merocledì i sindaci hanno nominato i due nuovi componenti del collegio due commercialisti Mario Lo Bosco e Nino Di Mauro. A votare a favolre 18 dei 19 sindaci presenti. Assente il sindaco di Sperlinga mentre a votare contro quello di Nicosia. Ma ritornando alle dimissioni di Interlicchia e Sutera in sella alla società dal luglio del 2012 non sono state esenti da polemiche. Nel documento presentato Interlicchia e Sutera rimarcano che la loro condotta gestionale è stata improntata ad una filosofia che privilegiasse gli interessi della stessa. «Eravamo consapevoli delle difficoltà cui andavamo incontro – cita il documento - e che ci avrebbe portato a prendere decisioni che avrebbero provocato reazioni da più parti». Secondo Interlicchia e Sutera il collegio di liquidazione è stato utilizzato dai sindaci come capro espiatorio, per giustificare responsabilità gestionali del passato. «Una società – continua il documento - voluta e creata dalla politica ennese». Sulla vicenda assunzioni, Interlicchia e Sutera precisano che «questo collegio ha dovuto affrontare e risolvere gli effetti di una problematica di lavoro interinale su assunzioni fatte nel passato». Inoltre contestano la denuncia dei sindaci di non essere stati consultati sul passaggio del personale dalla società Siciliambiente, alla società d'Ambito Ennaeuno. Il passaggio del personale per Interlicchia e Sutera era un atto necessario anche perchè Siciliambiente non avrebbe più avuto proroghe per la gestione del servizio e quindi con rischi occupazionali per tutti i circa 450 lavatori interessati, e di conseguenza anche di interruzione del servizio. E strumentale appare per i due, la censura dei primi cittadini alla decisione del collegio su variazioni contrattuali dei lavoratori che avrebbero fatto aumentare notevolmente il costo del servizio. «Quanto alla problematica connessa alla richiesta di revoca della riscossione Tia definita dagli stessi sindaci illegittima – concludono - si tratta di un atto già predisposto dal precedente collegio cui nessun sindaco si era opposto. Sull'attacco legato alla discarica ci limitiamo a dire che questo collegio ha riesumato la problematica, portata avanti e ottenuto il finanziamento per l'ampliamento».
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