PIAZZA ARMERINA. La Casa Museo del Contadino entra a far parte del Simpa, il sistema museale comunale della città dei mosaici istituito nel 2011. La giunta guidata dal sindaco Filippo Miroddi con delibera ha dato il via libera all'adesione del contenitore culturale nel circuito comunale che in questo modo si arricchisce di un altro tassello. Il sistema museale armerino comprendeva già la Pinacoteca, la mostra permanente del Libro Antico all'ex Collegio dei Gesuiti, la mostra archeologica «Marmi ritrovati e marmi colorati», il teatro Garibaldi e la mostra permanente della Civiltà mineraria della Lega Zolfatai. Tre dei cinque siti sono comunali, uno, la mostra allestita nel 2008 nella sede della Lega Zolfatai, con la collaborazione del Comune e del "Gal Rocca di Cerere", è privato e sarà oggetto di specifica convenzione. La mostra archeologica ospitata a Palazzo di Città, invece, dove sono esposti i reperti della Villa Romana, è rimasta in via Cavour per alcuni mesi, poi trasferita nei magazzini del Parco Archeologico, in attesa che diventi realtà il museo di Palazzo Trigona. Anche il museo Diocesano, sulla base di un accordo già stipulato negli anni scorsi tra il Comune e la Curia vescovile, è stato inserito nello stesso circuito. Era stato lo stesso proprietario e fondatore della Casa Museo del Contadino di via Garibaldi, il pensionato Mario Albanese, a proporre l'inserimento nel Simpa della sua esposizione permanente. E l'amministrazione ha dato il proprio benestare, riconoscendo il valore culturale, turistico e di testimonianza storica del museo, ponendo cinque condizioni al privato: la chiusura e apertura del sito museale e la pulizia dovrà avvenire con proprio personale, il pagamento delle utenze a proprie spese, mentre il gestore privato dovrà attenersi alle direttive che saranno emanate dagli uffici comunali per il corretto e armonioso funzionamento della rete municipale di musei. La Casa Museo, inoltre, dovrà concordare preventivamente con il Comune ogni iniziativa per una corretta fruizione. Le fionde, il filatoio, i pettini da donna, passando per gli attrezzi agricoli e i mobili. La casa museo è frutto di vent'anni di ricerca nei minimi particolari degli oggetti che si trovavano nella casa dei contadini per ricostruire quello che era il suo ambiente di vita familiare. Il signor Albanese per anni, con passione, è andato alla ricerca di attrezzi per ricreare l'ambiente di vita dei contadini del secolo scorso. Strumenti di lavoro, la cucina, la camera da letto e anche i giochi che un tempo facevano capolino all'interno delle umili dimore di chi lavorava la terra ogni giorno a costo di enormi sacrifici. Oggetti acquistati, trovati o barattati. Un mondo lontano, ormai perduto, al quale il pensionato ha voluto dedicare parte della sua vita con passione e costanza. «Un contenitore importantissimo per conoscere il proprio passato e il duro lavoro che veniva effettuato a mezzo dei manufatti costruiti dagli stessi contadini", spiega nelle premesse il provvedimento votato dalla giunta, nel quale viene definita "meritoria" l'iniziativa messa in campo dal privato. Il Simpa può quindi contare su almeno cinque esposizioni già operative e visitabili al pubblico, ma occorre rilanciare la rete dei piccoli musei cittadini in termini di quantità e qualità dei servizi erogati,tema spesso al centro delle politiche economiche in città.
Piazza Armerina, Casa del contadino nel circuito dei musei
Il sistema comprende già la Pinacoteca, la mostra del Libro Antico all’ex Collegio dei Gesuiti, la mostra archeologica «Marmi ritrovati e marmi colorati», il teatro e la mostra della Civiltà mineraria della Lega Zolfatai
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