ENNA. Cinque ex dipendenti dell'Asen hanno vinto la causa contro l'ex Azienda speciale comunale ed AcquaEnna. Il giudice del lavoro del Tribunale di Enna Daniela Balsamo ne ha ordinato l'immediato reintegro nel posto del lavoro. Si tratta dei lavoratori Alessandra Ivaldi, Concetto e Domenico Iannello, Francesco Paolillo e Mario Bellomo. La sentenza è stata emessa il 30 aprile scorso e i cinque ricorrenti sono stati difesi dall'avvocato Fulvio Licari. La vertenza che vede impegnati questi lavoratori è ben più ampia e riguarda in particolare13 ex dipendenti Asen poi comandati ad AcquaEnna. Tutti e 13 nel luglio del 2012 vennero licenziati poiché l'azienda che oggi gestisce il servizio idrico in città e in provincia disse basta al comando e quindi propose un contratto del tutto nuovo. Anche l'Asen tentò di chiudere il rapporto di lavoro considerato che l'azienda era stata messa in liquidazione. Di questi lavoratori dieci non accettarono le condizioni imposte da AcquaEnna per continuare il rapporto di lavoro tre invece trovarono un accordo. Venerdì scorso il Tribunale di Enna ha emesso sentenza favorevole ai primi cinque lavoratori.
«Ma l'altro gruppo - dice Mario Bellomo - attende la decisione del tribunale che dovrebbe essere prossima». Il giudice Balsamo ha dichiarato la "nullità del licenziamento dei ricorrenti intimato dall'Asen" ed ha accertato "il diritto alla prosecuzione del rapporto di lavoro con AcquaEnna senza soluzione di continuità". Ed infatti ha condannato quest'ultima azienda "alla riammissione nel posto del lavoro dei ricorrenti con la conservazione dei diritti acquisiti e mantenimento dello status giuridico ed economico presso Asen". Ai lavoratori è stato riconosciuto pure il «diritto al risarcimento del danno subito, in misura pari a tutte le retribuzioni perdute dal disposto licenziamento fino alla effettiva riammissione in servizio». Inoltre AcquaEnna e l'Asen sono state condannate in solido al pagamento delle spese processuali. La querelle comunque è più ampia tanto che un altro dipendente Angelo Salamone ha proposto altri ricorsi fra i quali uno anche al Tar di Catania per aver riconosciuto «lo status di dipendente pubblico». Lo stesso Salamone precisa: «Lo status ci è stato riconosciuto dal Tar Catanese ma è bene precisare che all'ex Inpdap noi siamo ancora registrati come dipendenti pubblici quindi non potevamo essere oggetto di licenziamento semmai di mobilità».
Caricamento commenti
Commenta la notizia