ENNA. È rimasta solo poche settimane in provincia di Enna, poi si è trasferita all'Estero, la suora vittima di un'aggressione a sfondo sessuale all'interno di un centro di accoglienza per extracomunitari dell'Ennese.
La religiosa, che è originaria del Nord d'Italia, da tempo non si trova più in Sicilia. Era transitata nel territorio ennese nei giorni di grande emergenza della difficile quanto controversa accoglienza degli immigrati sbarcati nelle nostre coste siciliane.
Fonti accreditate, ad ogni modo, fanno rimarcare una più attenuata ricostruzione dei fatti precedentemente riportati, sottolineando l'assoluta e straordinaria occasionalità dell'accaduto, in un territorio provinciale che piuttosto si distingue per operosità e generosità nell'accoglienza di soggetti svantaggiati. In particolare, va elogiato e rimarcato il prezioso contributo offerto da religiosi e religiose che si distinguono nelle opere di carità, di solidarietà, di evangelizzazione, spesso svolte in contesti problematici e in condizioni spesso di non adeguata assistenza e supporto da parte delle istituzioni civili e politiche.
E che, d'altra parte, si tratti di emergenza, lo testimonia il dramma di donne e bambini, giovani e intere famiglie costretti a migrare verso le nostre terre da Paesi nordafricani e mediorientali dove la povertà assoluta non dà tregua; dove conflitti, instabilità politica e integralismi religiosi producono miseria e fame, insieme a disperazione e sentimenti di violenza e di vendetta per il male subito.
Una triste esperienza, dunque, quella occorsa alla consacrata di passaggio nell'ennese, che non ha smesso di credere che dalla fede derivino perdono e amore per ogni uomo, anche per quelli che possono compiere il male.
La religiosa, che continua il suo servizio presso un altro centro legato alle donne madri immigrate, del resto, secondo quanto si apprende, avrebbe voluto che il perdono dato alla persona che ha tentato di abusare di lei non avesse conseguenze giudiziarie; ma, in questi, l'autorità giudiziaria procede d'ufficio.
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