BARRAFRANCA. Avrebbe accoltellato il cognato, che si salvò solo dopo un ricovero in prognosi riservata. La Corte di appello di Caltanissetta ha aumentato, da tre anni e due mesi di reclusione a 5 anni e 10 mesi, la pena che era stata inflitta in primo grado per tentato omicidio al ventisettenne Giuseppe Terramagra, incensurato.
Il giovane era stato arrestato assieme al padre, nell'immediatezza, poi furono entrambi scarcerati. La parte civile, il marito della sorella, è assistita dall'avvocato Gaetano Giunta. L'imputato - che non ha mai negato di aver colpito il cognato - è difeso dall'avvocato Paolo Giuseppe Piazza e ha sempre sostenuto la tesi della legittima difesa "putativa".
Secondo la difesa, in sostanza, il giovane imputato era convinto che il cognato fosse armato; e questa convinzione, oltre a lui, l'avrebbero avuta anche altri presenti.
Il giudice non ha accolto questa tesi, anche se in primo grado era stata riconosciuta all'imputato l'attenuante della "provocazione", che ha influito sulla particolare mitezza della pena. Attenuante che è stata esclusa adesso in appello. Per questo l'avvocato Piazza, che non ha commentato la decisione della Corte, ora si riserva di presentare ricorso in Cassazione, una volta che avrà letto le motivazioni della sentenza. Per la difesa, in quelle fasi ci fu una colluttazione e a un certo punto Terramagra colpì il cognato con un coltello dalla lama di sette centimetri.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, tutto è accaduto alle prime luci dell'alba del primo maggio, tra le 4 e le 4,30, in corso Garibaldi. Terramagra è incensurato. Tutto sarebbe scaturito dal comportamento definito dagli investigatori pericoloso e minaccioso della vittima.
Il giovane avrebbe speronato ripetutamente l'auto con a bordo i due arrestati e poi - sempre secondo gli inquirenti - li avrebbe anche aggrediti a pugni. I due stavano venendo da Aidone, dove si trovava anche la moglie del ferito e dove erano andati per la festa di San Filippo. Dopo il ritorno a casa non è chiaro cosa sia accaduto. Sta di fatto che a un certo punto, di notte, poi il cognato (e genero) fu colpito con un fendente a pochi centimetri dal cuore. J. Tr.
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