ENNA. L'ex marito l'aveva denunciata accusandola di non fargli vedere i figli, nonostante il Tribunale gli avesse concesso ben ampie possibilità di incontro; e di essersi appropriata anche della sua auto, una jeep, dopo che aver chiesto (lei) la separazione. Ora il Tribunale ha assolto con formula piena una madre proveniente dall'Estero, V.D., quarantenne, dall'accusa di inottemperanza del contenuto della sentenza di separazione, ma l'ha condannata, per appropriazione indebita della macchina del marito, a un mese di reclusione e una multa di 200 euro, oltre che a risarcire i danni all'ex marito e a rifondergli le spese di costituzione a giudizio al dibattimento come parte civile. Il giudice ha disposto la sospensione della pena. I fatti risalgono al periodo antecedente all'ottobre del 2010.
La donna, in pratica, è andata a vivere all'Estero portando con sé i bambini, un fatto normale e legittimo, tanto che era stato anche informato il Tribunale. Ma il marito lamentava difficoltà per gli incontri, legati non tanto alla distanza, quanto al fatto che la ex non gli consentiva di incontrarli. Adesso però questa ipotesi di reato è caduta, perché il giudice monocratico Vittorio Giuseppe La Placa ha assolto con formula piena la donna, stabilendo che il fatto non sussiste. Il processo si è chiuso l'altro ieri pomeriggio, dopo la deposizione in aula della stessa donna. La difesa, in sostanza, è riuscita a dimostrare che non sussisteva alcun reato di inottemperanza, smontando, in termini sia di fatto che di diritto, l'imputazione che era stata formulata dalla Procura di Enna.
L'accusa residua per cui è stata condannata invece riguarda il fatto di aver tenuto per sé la macchina, nonostante la Corte d'appello di Caltanissetta avesse stabilito che la dovesse restituire. In questo caso, ad ogni modo, l'entità della pena è stata particolarmente lieve, considerato tra l'altro il fatto che il giudice ha concesso all'imputata le circostanze attenuanti generiche. Le motivazioni della sentenza saranno depositate dal giudice La Placa entro i prossimi novanta giorni, dopodiché inizieranno a decorrere i termini per eventuali ricorsi in appello da parte della difesa della donna, a cui è stata concessa la sospensione condizionale della pena.
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