ENNA. È venuto addirittura il capo del dipartimento nazionale di Protezione civile Franco Gabrielli a venire a testare il «sistema» di Protezione civile regionale che da ieri sino a domenica prossima è in esercitazione in provincia di Enna, nell'operazione «I quaderni del Dipartimento regionale di protezione civile: Isole d'Anpas». L’operazione di esercitazione, voluta dal Dipartimento regionale di Protezione civile, in collaborazione con l'associazione nazionale Pubbliche assistenze regionale e il Centro Servizi Volontariato Etneo, nei 4 giorni vedrà impegnati in una simulazione di un terremoto nei territori di Enna, Calascibetta e Villarosa oltre 500 persone a vario titolo del settore di Protezione Civile. E di questi una buona parte provenienti non solo da tutta l'Isola ma anche dalla Sardegna, Val D'aosta, Umbria, Basilicata e Puglia.
Nel corso di queste giornate saranno proposti numerosi scenari reali e virtuali, nei quali saranno simulate delle situazioni di criticità a seguito di una violenta scossa di terremoto. Un sistema complesso e che si metterà alla prova, in un importante momento di confronto e formazione utile a tutti, anche alla cittadinanza. Particolare attenzione sarà rivolta alle fasce deboli. Gabrielli è arrivato nel primo pomeriggio di ieri, immediatamente dopo l'invio del Codice Rosso, alla sala operativa istituita all'interno dell'autodromo di Pergusa. Ad attenderlo, i dirigenti regionali e provinciali del dipartimento di Protezione Civile Calogero Foti e Pietro Conte, l'assessore regionale con delega alla Protezione Civile Giuseppe Bruno, il presidente regionale Anpas Lorenzo Colaleo, il prefetto di Enna Fernando Guida, il Questore Ferdinando Guarino, il commissario straordinario della Provincia Salvatore Caccamo e numerosi sindaci ed amministratori di comuni della Provincia.
Infatti se è vero che l’esercitazione in provincia di Enna rientra nell’ambito di una serie di attività che il dipartimento regionale organizza come una sorta di «formazione» per i volontari, in modo da essere sempre più professionali, è anche vero che il concetto principale di questa attività è quello di fare rete e collaborazione tra tutti i soggetti interessati a partire dai comuni per finire alla Prefettura. «Nel sistema protezione civile nessun ente può sentirsi tirato fuori e delegare ad altri - ha detto Gabrielli -. Il sistema protezione civile è l'intero paese e quindi ognuno non solo deve fare la propria parte ma innanzi tutto dialogare tra loro. I sindaci sbagliano quando pensano di avere una delega, ma gli obblighi di protezione civile fanno parte dei doveri che hanno come primi cittadini. Tutti dobbiamo avere l’interesse a far funzionare il sistema protezione civile e questo avviene solamente se si fa rete e si è consapevoli che tutti dobbiamo lavorare per un unico obbiettivo che è quello di risolvere le emergenze».
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