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Fermento nel Pd a Enna, ma Garofalo per ora non rischia

ENNA. Archiviata la sbornia elettorale delle europee il mondo politico cittadino pone lo sguardo sulle elezioni comunali della prossima primavera. Manca poco meno di un anno per il rinnovo dell'amministrazione comunale e già le strategie cominciano a delinearsi.
Il Pd, forte della sua struttura, come al solito è il più lesto e alla fine della scorsa settimana ha sondato fra i 13 consiglieri uscenti la disponibilità a scendere in campo. Stessa cosa per gli assessori. E il grosso avrebbe già detto di sì. Quindi di fatto il Pd avrebbe una prima lista già bella e pronta considerato che in primavera è necessaria l'alternanza uomo/donna. Dentro consiglieri, assessori e dirigenti di partito. Ma la strategia guarda a Roma e la segreteria di Tiziana Arena vorrebbe imbastire qualche cosa sulla scorta della grande coalizione renziana. I boatos, dal canto loro, dicono che in questo senso sono stati fatti a Sala d'Euno grossi passi avanti con, per esempio, il gruppo federato, Ncd più Mpa, che non attua la politica del muro contro muro. Senza considerare poi che c'è una pattuglia di consiglieri, Salvatore Di Mattia Forza Italia, Rosario Vasapollo «Enna libera» e l'indipendente Mario Messina, che pur non avendo mai dichiarato organicità al Pd, nei momenti più difficili, non hanno mai fatto mancare il sostegno al sindaco Paolo Garofalo. Paradossalmente il punto interrogativo sta incasellato proprio nella figura del primo cittadino. Il Pd per il momento lavora come se il problema non esistesse e punta, almeno nella sua ufficialità, su una ricandidatura. Ma al di là delle tensioni interne, che esistono e sono grandi, le incognite derivano tutte dal palazzo di Giustizia. Pesano gli esposti che una dirigente del Comune Elvira Termine ha recentemente presentato contro l'operato del primo cittadino. Vero è che la ricandidatura di Garofalo non sarebbe ipotizzabile solo dopo una condanna di primo grado ma è anche vero che peserebbe e tanto, alla luce del codice etico interno al partito, un rinvio a giudizio. E quindi il bimestre settembre/ottobre diventa di fondamentale importanza rispetto la strategia elettorale. Se Garofalo avrà l'imprimatur avanti solo con le liste. Al contrario, entro fine anno primarie di coalizione per scegliere il candidato a sindaco. E i competitor del Pd chi sono? Considerato che del centrodestra si sono perse letteralmente le tracce, dentro il consiglio comunale c'è solo un gruppo di otto consiglieri che lavorano per un'alternativa ben definita. Si tratta del presidente del consiglio Maurizio Bruno e di Giovanni Contino Open, Cesare Fussone Altrementi, Giuseppe La Porta, Paolo Gargaglione e Maurizio Dipietro Megafono, Filippo Fiammetta indipendente e Roberto Falciglia Grande Sud. Radio fante e alcuni consiglieri del Pd giurano che il candidato a sindaco di questo gruppo, tendenzialmente sempre di centrosinistra, sarebbe già deciso: Maurizio Bruno. Dal M5S arriva poi la conferma che gli attivisti pentastellati lavorano da tempo per una propria candidatura a sindaco supportata da due liste. Ripetono poi che seguiranno le direttive nazionali; quindi, nessuna alleanza e candidato sindaco scelto fuori dagli schemi e dalle logiche della vecchia politica. Insomma l'estate si apre con tre candidati a primo cittadino, ma solo l'autunno chiarirà le strategie di primavera.

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