
LEONFORTE. Hanno presentato un esposto alla procura della repubblica di Enna per denunciare lo stato di inefficienza del pronto soccorso e del reparto di chirurgia dell'ospedale Ferro Branciforti Capra. Con una nota congiunta, i sindaci di Leonforte Francesco Sinatra, Nissoria Armando Glorioso, Assoro Pippo Bertini, Agira Gaetano Giunta, Regalbuto Francesco Bivona e Gagliano Salvatore Zappulla, hanno scritto alla procura di Enna e per conoscenza anche al prefetto, per lamentare l'attuale situazione al nosocomio di contrada San Giovanni.
«Siamo venuti a conoscenza - scrivono i sindaci - che al reparto di chirurgia non si espletano più, ormai da diverse settimane, interventi chirurgici in urgenza-emergenza, o secondo la normale programmazione clinica, in quanto non è assicurata la presenza dei medici anestesisti e cardiologi. Proprio questi ultimi, risultano essere stati trasferiti in altri servizi e non più in forza al reparto di medicina dell'ospedale di Leonforte. Una recente direttiva, a firma del direttore sanitario del distretto ospedaliero EN 2, motivata dalla presunta difficoltà a reperire personale medico anestesista, dispone che dal 26 giugno tutte le emergenze-urgenze dalle 8 alle 20 vengano differite ad altri stabilimenti ospedalieri limitrofi». Secondo i sindaci poi, non sarebbe stata comunicata in tempo la mancanza di medici anestesisti in più occasioni di interventi chirurgici programmati. «Tutto ciò - continuano - cagionando danni alle risorse dell'ospedale, sprecate, e certamente comprensibili disagi e disservizi agli utenti, nonché gravi danni alla salute degli stessi. Le assenze dei medici anestesisti pare siano spesso dovute a malattie che avvengono stranamente in concomitanza di ferie concesse ad altri colleghi di uguale specialistica. Pare anche - concludono - che a Leonforte, vengano rifiutati ingressi in sala operatoria di pazienti che necessitano di interventi in strutture dotate di rianimazione».
Secondo i sindaci del comprensorio, non sarebbe garantito il decreto assessoriale del maggio 2010 provocando di fatto la chiusura del Pronto Soccorso e del reparto di chirurgia con la conseguente interruzione di pubblico servizio essenziale. «Chiediamo quindi di valutare il tutto e se presenti gli estremi, aprire un'inchiesta».
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