PIETRAPERZIA. L'onestà e la rettitudine in molti ce l'hanno nel Dna fin dalla più tenera età. È quanto di può dire, a ragion veduta, di Elena Cosentino, una ragazzina di 11 anni. Lei ha trovato per terra un portafogli con mille euro in contanti e in banconote di vario taglio. La prima cosa a cui ha pensato è stata quella di portarlo ai carabinieri. I militari dell'Arma hanno rintracciato il proprietario che ha ringraziato la piccola regalandole un tablet. È la storia a lieto fine in una calda serata di agosto e in un piccolo e tranquillo paese dell'entroterra della Sicilia, Pietraperzia. Questi i fatti. Elena, sabato sera, era uscita insieme a suo padre, il geometra Giovanni Cosentino, per fare un giro in paese con il motorino. Arrivati davanti al bar pizzeria "Mediterraneo" di viale Marconi, di fronte al plesso scolastico "Vincenzo Guarnaccia", padre e figlia sono scesi per comprare un gelato. Fatti pochi passi, Elena ha visto per terra un portafogli marrone rigonfio. Lo hanno preso e hanno visto che, oltre ai documenti, c'erano tante banconote per un totale di mille euro. «La prima cosa a cui abbiamo pensato con mio padre - dichiara Elena ancora emozionata - è stata quella di portarlo ai carabinieri della stazione cittadina di viale Don Bosco. Ci siamo resi conto che una somma del genere non è cosa di tutti i giorni. E poi - aggiunge Elena - ci siamo resi conto che si tratta di un mese di lavoro, soldi accumulati possibilmente con notevoli sacrifici». Elena e Giovanni Cosentino sono quindi andati in caserma nonostante fossero le 21 passate. I militari dell'Arma sono subito risaliti al proprietario, lo hanno chiamato e gli hanno riconsegnato il portafogli. A perderlo era stato un ragazzo cinese di 19 anni, Bingdi Huang. Lui abita a Pietraperzia, dove ha frequentato la scuola elementare e media, da una decina di anni. È iscritto al quinto anno al Geometra di Caltanissetta. «I miei genitori gestiscono - racconta il giovane con ancora l'emozione negli occhi - due negozi nel centralissimo viale Marconi. Sabato mio padre mi aveva affidato il portafogli con i soldi e mi aveva detto di chiudere il negozio. Lui mi avrebbe preceduto nell'altro negozio, quello che abbiamo a pochi passi dalla villa comunale "Parco della Rimembranza", dove c'era mia madre. Dopo avere chiuso, di corsa sono andato dai miei genitori per andarcene tutti assieme a casa. Durante il tragitto di circa 250 metri, ho perduto il portafogli senza che me ne accorgessi. Mi sono accorto di averlo perduto quando siamo arrivati a casa. Ho provato un tonfo al cuore. Visto che erano passate le 21 - continua Bingdi - i miei genitori mi hanno consigliato di andare a denunciare lo smarrimento ai carabinieri l'indomani mattina. Dopo alcuni minuti, abbiamo sentito bussare alla porta di casa. Erano i carabinieri che mi hanno chiesto se avessi perduto qualcosa». Il ragazzo ha risposto che aveva perduto il portafogli. Dopo la descrizione, lui è andato in caserma e i carabinieri gli hanno riconsegnato il portafogli con soldi e documenti. Bingdi conclude: «Quei soldi erano l'incasso di una settimana con cui avremmo dovuto pagare l'affitto dei locali e la merce. Grazie di cuore ad Elena e ai suoi genitori per la grande onestà che li caratterizza». Il ragazzo ha detto poi che, in caso di mancato ritrovamento, sarebbe dovuto tornare in Cina, con le complicazioni del caso, per chiedere il duplicato dei documenti cinesi che lui custodisce nel portafogli insieme a quelli italiani. Per sdebitarsi, Bingdi ha pensato bene di regalare ad Elena un tablet che la ragazzina mette in bella mostra e custodisce gelosamente.
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