ENNA. Non sono per nulla piaciute all'assessore alla Solidarietà Angela Marco le critiche che i tre segretari di settore di Cgil, Cisl e Uil, Fadda, Canu e Manuella, hanno mosso sull'attuale gestione dell'assistenza agli anziani. Ed infatti la Marco non se la lascia cantare e definisce le critiche «strumentali» e non vere poiché riporterebbero "indicazioni non corrette". Il tono è sarcastico nel riconoscere il ritardo del Comune nel pubblicare il bando: «Ahimè è stato pubblicato con quattro giorni di ritardo rispetto all'impegno assunto». Spiega poi perché la scadenza delle domande è stata spostata dal 28 luglio al 14 agosto: «È stata valutata la richiesta pervenuta da alcuni anziani di fare slittare il termine di presentazione considerato il periodo di ferie». Alcuni anziani per la verità avevano trovato difficoltà ad ottenere il certificato medico. Il Comune scivolò però sui tempi di comunicazione della proroga comunicandola solo nelle ultime ore e così gli anziani si ritrovarono a dover fare le corse per ottenere le certificazioni. Ancora con il fiatone seppero di avere altri 17 giorni di tempo. Ma il vero punto caldo delle critiche di Cgil, Cisl e Uil riguarda l'utilizzo delle somme del Distretto 22. A detta delle tre sigle il Comune avrebbe utilizzato solo quelle senza mettere alcunchè di tasca propria: «Non è assolutamente vera l'affermazione che l'assistenza verrà fornita solo attraverso i soldi dei fondi Pac». L'accusa dice che sarà sostitutiva e non aggiuntiva rispetto all'assistenza effettuata fino ad oggi. Ma la Marco nega e sottolinea che «l'unica verità è che i soldi provenienti dall'Unione europea dovranno necessariamente essere spesi entro dicembre per cui nei mesi a venire e fino alla fine dell'anno l'assistenza sarà garantita coi fondi Pac e le somme impegnate dal Comune attraverso l'acquisto dei voucher garantiranno l'assistenza per il prosieguo». Per la Marco la lettera aperta di Cgil, Cisl e Uil ha ottenuto solo un risultato: «Destabilizzare e creare panico tra anziani e lavoratori del settore, perché l'assistenza domiciliare c'è stata nel passato e continuerà ad esserci. L'amministrazione è determinata nella volontà di incidere sul livello di benessere dei cittadini». La Marco non sottovaluta che la domanda è in costante crescita. Per quanto riguarda la soglia di reddito dei 9 mila euro per ottenere assistenza: «È stata una decisione del Comitato dei sindaci dopo un'attenta analisi dei bisogni emergenti nel territorio».
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