ENNA. Dall'amministrazione comunale non arriva nessun segnale per la ripresa del servizio fermo dallo scorso 31 maggio e Cgil, Cisl e Uil chiedono audizione i capigruppo consiliare.
Nei giorni scorsi infatti i segretari provinciali dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil Sigfrido Fadda, Enzo Canu e Filippo Maulella, hanno incontrato i capigruppo consiliari per discutere sulla situazione del servizio di assistenza domiciliare agli anziani. I tre sindacalisti hanno voluto rimarcare che a loro dire le affermazioni dell'amministrazione comunale secondo cui l'assistenza domiciliare non sarebbe obbligatoria e che non ci sarebbe la copertura finanziaria non sarebbero veritiere. Ai capigruppo Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito le richieste inoltrate all'amministrazione comunale.
Nello specifico la conferma del numero di 176 degli anziani che sino al 31 maggio hanno usufruito del servizio, sapere a quanto ammonta lo stanziamento 2013 nel bilancio comunale, tradurre da parole a fatti ovvero con i soldi in bilancio le assicurazioni per il futuro, il mantenimento dei livelli occupazionali degli operatori, garantire tutto l'anno il servizio ai non autosufficienti, modificare radicalmente il bando per la richiesta del servizio presentato dall'amministrazione comunale ed eliminare la soglia di sbarramento dei 9 mila euro. Secondo i dati forniti da Cgil, Cisl e Uil dei circa 8 mila anziani (circa il 25 per cento dell'intera popolazione) ultra sessantacinquenni in città, una sessantina sono non autosufficienti. Per questi le opzioni sono o essere ricoverati nelle case di riposo oppure assistiti 365 giorni l'anno pena l'abbandono ed il relativo reato. Garantirli l'assistenza domiciliare significa spendere 5 volte meno che ricoverarli in case di riposo. Per recuperare i soldi necessari per il servizio, secondo Fadda Canu e Manuella, l'amministrazione potrebbe avvalersi di tre possibilità, fondi propri, quelli del piano di zona, e dell'unione europea attraverso il Pac.
Quindi per Cgil, Cisl e Uil, l'amministrazione comunale non avrebbe nessun alibi. E con il bando presentato dall'amministrazione comunale, secondo le parti sociali si arriverà solamente a «decimare» il numero dei potenziali utenti. Parti sociali e conferenza di capigruppo hanno ritenuto di riaggiornarsi ma questa volta con la presenza dell'assessore alle Politiche sociali Angela Marco. «Siamo convinti - concludono Fadda, Canu e Manuella - che l'amministrazione comunale troverà le soluzioni, sia per l'enorme apporto economico che gli anziani danno alla città, con circa 4 milioni di euro di pensioni al mese, sia perché non vorrà costringerci a ricorrere a forme di lotta clamorose».
Angela Marco, assessore comunale alla Solidarietà, è rimasta esterefatta alla lettura della nota dei segretari di settore di Cgil, Cisl e Uil stilata dopo un incontro con i capigruppo consiliari. L'unica reazione dell'amministratore è la consapevolezza «che non voglio alimentare polemiche le quali di certo non fanno bene né agli anziani, né agli operatori che da qui a breve dovranno adoperarsi per rimettere in moto un servizio importantissimo per l'intera comunità ennese». Ma intanto i sindacati si sono rivolti ai capigruppo consiliari perchè dicono di non fidarsi di quest'amministrazione «insensibile».
«Ripeto — dice l’assessore — non sono interessata ad alimentare polemiche. Sono determinata, insieme all'amministrazione e all'ufficio tutto, per ridare alla città in tempi brevissimi un servizio importante. Confermo in toto l'operato fino a qui messo in piedi». Ma Cgil, Cisl e Uil attendono una risposta? «E l'avranno lunedì - conclude la Marco - quando è convocata la commissione e ci siederemo a trattare dell'argomento». Questa è già la seconda volta che i sindacti prendono posizione contro il bando e l'operato dell'assessore.
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