ENNA. Lunedì scorso è ripreso il servizio di assistenza domiciliare agli anziani ma mugugni e polemiche non si sono placati. Da una parte il Comune con gli assessori al Bilancio Vittorio Di Gangi e alla Solidarietà Angela Marco che rivendicano una ripartenza dell'assistenza malgrado le scarse risorse e le imboscate dell'opposizione in consiglio. Dall'altra sindacati, operatori e anziani che per un verso o per l'altro masticano amaro.
Cgil, Cisl e Uil lo hanno evidenziato con più note che a parer loro più che una ripresa del servizio è stato fatto un passo indietro: bacino degli anziani da assistere più ristretto, meno ore per gli operatori e come se non bastasse, meno impegno economico del Comune. Su quest'ultimo fronte risponde a muso duro Di Gangi: «Basta leggere i bilanci per costatare gli sforzi fatti dall'amministrazione. Abbiamo attivato anche l'assistenza integrata». E fra i numeri che proprina ecco spuntare 250 mila euro dei Pac Distretto 22 più 90 mila euro, bilancio comunale 2014 e 130 mila euro, 2015. «Questo testimonia lo sforzo e la programmazione».
L'assessore Marco: «Abbiamo puntato ad assicurare un servizio complessivo che guarda alla continuità, verso il 2014 e 2015». E riguardo la continuità dice: «Mai l'assistenza è stata assicurata senza interruzioni solo noi ci stiamo provando». Ma fra gli operatori, circa 30, si mastica amaro per due motivi. Il primo il ridotto numero di ore lavorative e qualcuno che vuole restare anonimo denuncia: «In questo modo a fine mese prendiamo meno anche dei soggetti che si occupano dell'ex Reddito minimo d'inserimento». Per farla breve: «Qualcuno prenderà 350 euro al mese e noi dobbiamo mettere la nostra macchina per gli spostamenti». Ma c'è dell'altro, le cooperative che gestiscono il servizio sono 3 Asmida per 65 anziani, Anchise per 68 e La Piramide per 2. Ogni cooperativa gestisce autonomamente e in qualche caso non c'è stata nemmeno la conferma delle ore dell'anno precedente. Questo perchè il numero degli anziani è nettamente inferiore rispetto maggio scorso. Ma la diminuizione delle ore, in alcuni casi, sarebbe avvenuto in modo alquanto soggettivo. Rispetto poi agli anziani assistiti c'è un balletto di numeri. Di certo oggi sono 135 ma fino a maggio scorso no. Infatti l'amministrazione per bocca del'assessore Marco sostiene che «gli assistiti erano 158». Gli operatori giurano invece che erano di più, 176. Non solo ma adesso non c'è una graduatoria sulla quale attingere qualora nel tempo venisse a mancare qualche unità. Questo vuol dire, per gli operatori, ipotizzare per il futuro meno ore di lavoro e quindi meno guadagno. Ma poi c'è anche il fronte degli anziani che sono rimasti fuori dall'assistenza che protestano e chiedono a gran voce di rientare. Il malcontento è grande e protrebbe sfociare in una protesta nei confronti dell'amministrazione.
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