ENNA. La volontà di riaprire il dialogo tra le parti potrebbe anche esserci, ma mancano le condizioni oggettive per farlo. E scatta la protesta in piazza. La diatriba sull’assistenza domiciliare agli anziani è ancora lontana da una soluzione. La dichiarazione dell’assessore alle Politiche sociali, Angela Marco, lascia poche speranze affinchè il braccio di ferro tra amministrazione comunale e Cgil, Cisl e Uil pensionati - riguardo alla richiesta di questi ultimi di rivedere il bando sull’assistenza domiciliare predisposto dal Comune e che a detta delle parti sociali ha provocato tagli sia nel numero degli assistiti che nel personale occupato - possa terminare.
Ieri mattina Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato davanti al palazzo del Comune, con gli anziani esclusi dal bando e gli operatori del settore rimasti senza lavoro, chiedendo ai passanti un «contributo» per integrare le somme messe a disposizione dall’amministrazione comunale per il servizio di assistenza domiciliare. I segretari provinciali pensionati di Cgil, Cisl e Uil, Sigfrifo Fadda, Enzo Canu e Filippo Manuella, da mesi chiedono che il bando venga rivisto sia nel merito che nelle metodologie applicative poiché «contiene diversi paletti fortemente restrittivi che hanno portato alla diminuzione del numero degli assistiti da 176 a 135, e di 5 unità degli occupati che espletano il servizio».
«Da mesi chiediamo all’amministrazione di ascoltare le nostre richieste - dicevano ieri Cgil, Cisl e Uil - ma ad oggi non è accaduto nulla. A pagarne le conseguenze sono gli anziani».
Non è piaciuta all’amministrazione comunale la manifestazione di protesta indetta ieri. Polemicamente l’assessore alla Solidarietà, Angela Marco, dice: «Assistiamo 135 anziani che hanno veramente bisogno. Essere anziano non vuol dire essere povero. Chi necessita della pulizia della casa, ed ha un reddito che gli consente di permetterselo, deve pagare personalmente questo servizio. Non c’è stata mai insensibilità di questa amministrazione nei confronti di chi ha veramente bisogno».
La Marco non ci sta a subire passivamente. «Veniamo accusati di non volere modificare la soglia di 9 mila euro di Isee che limita il numero degli assistiti - dichiara - ma questo è un parametro stabilito dal Comitato dei sindaci che fanno parte del piano di Zona, e non solo da questa amministrazione. Siamo stati accusati di non volere utilizzare parte delle risorse che abbiamo avuto come avanzo di amministrazione (circa 1.500.000 euro ndr), ma anche in questo caso abbiamo le mani legate perchè siamo soggetti ai vincoli del Patto di stabilità. Ed ancora che non sappiamo utilizzare le risorse del Pac, mentre invece grazie a questi riusciremo a coprire il servizio sino ad ottobre 2015». «Gli assistiti sono effettivamente passati da 151 a 135 - continua-. Chi non è rientrato nel bando non aveva i requisiti stabiliti dal Comitato dei sindaci e quindi validi per tutti i comuni che fanno parte del distretto». Ed alla domanda se ci sono le condizioni per riaprire un dialogo con i sindacati la Marco risponde: «La volontà potrebbe anche esserci ma non ci sono le condizioni per riaprirla sulla base delle richieste dei sindacati. Ed è doveroso ricordare che queste condizioni Cgil, Cisl e Uil le conoscevano da tempo».
Ancora più duro il sindaco Paolo Garofalo: «Il sindacato non può cambiare atteggiamento ogni qual volta cambia tavolo. Non può essere allo stesso tempo contro l’aggravio delle tasse e volere garantiti i servizi. Mi aspetto da loro maggiore responsabilità». Il primo cittadino è ancora più duro contro la Cgil e Sigfrido Fadda pur non nominadoli mai: "Da un sindacato in particolare mi sarei atteso un atteggiamento diverso, considerato che il responsabile fino a qualche giorno fa ha diretto la Solidarietà sociale e conosce bene i meccanismi della macchina amministrativa». A fine mattinata Garofalo si è recato dai manifestanti e con loro ha concordato un incontro per domani alle 10.
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