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Enna, incontro su usura e antiracket: la testimonianza di due vittime

Per il convegno organizzato dall’associazione «Fuori dal coro». Tra gli interventi, quello di Maria Grazia Fasciana, che ancora subisce minacce, e di Giuseppe Licari

ENNA. Sabato è stata una mattinata intensa quella trascorsa nella sala «Falcone-Borsellino» del Palazzo di Giustizia per il convegno «Impresa e lavoro tra banca e usura» organizzato dall’associazione antimafia e antiracket «Fuori dal coro» e dalla Camera di Commercio di Enna.

Non un semplice dibattito ma un percorso multidisciplinare contrassegnato da competenze ed esperienze diverse. Ad analizzare gli aspetti di un fenomeno che fino a vent’anni fa veniva negato e che tutt’oggi nella provincia di Enna il più delle volte resta nell’ombra, il Prefetto Fernando Guida, che ha illustrato il ruolo della Prefettura in materia, il Sostituto procuratore Fabio Scavone sugli strumenti a volte insufficienti per affrontare il fenomeno, e ancora Spampinato e Montesano, presidenti dell’ordine degli avvocati il primo e dei commercialisti il secondo.

Un contributo chiarificatore da Sciové, della Monte dei Paschi, di Siena che si confronta con regolamenti rigidi, e quello di Marco Venturini, Presidente di Confindustriale Sicilia Centrale. Padre Nino Fasullo ha messo l’accento sull’etica e la moralità. E l’intervento provocatorio del magistrato Giovan Battista Tona, che ha parlato del Mercato come un’entità astratta e oscura, delle banche come semplici esecutori e delle formulazioni delle di norme di legge, che non vanno verso una legalità sostenibile, vicina all’uomo.

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