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Condanne al racket, Caponetti ad Enna: "Dimostrato che denunciare paga"

ENNA. «Denunciare il racket oggi conviene. È questo il messaggio più importante che viene fuori dalle condanne del processo Go Kart».
Lo ha detto il delegato per la Sicilia della Fai, la Federazione antiracket italiana, Renzo Caponetti, che ha parlato con il Giornale di Sicilia all'indomani della sentenza con cui il Gup di Caltanissetta Marco Sabella ha condannato 16 tra presunti mafiosi, spacciatori di droga o fiancheggiatori di Catenanuova, Regalbuto e Centuripe.

Il giudice ha condannato, con pene da tre a vent'anni, appartenenti o avvicinati, a vario titolo, a ben quattro clan mafiosi: Cosa Nostra e il clan Cappello di Catenanuova, uomini legati al clan Santapaola a Regalbuto e presunti esponenti dell'Onorata società a Centuripe, due cugini originari del Catanese.
Il processo ha chiuso, ma solo in parte - perché altri 18 imputati sono alla sbarra di fronte al Tribunale collegiale di Enna e per altre posizioni si proseguirà a parte - la maxi-inchiesta dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale ennese, diretti dal capitano Michele Cannizzaro, che ha sgominato i gruppi malavitosi che per decenni hanno gestito pizzo e traffico di droga nella zona.

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