ENNA. Si è svolta all'obitorio di Enna l'autopsia sul bimbo morto il 6 ottobre scorso, il cui decesso è stato constatato dai medici dell'ospedale Umberto I. Per la morte, avvenuta quando il piccolo non era ancora venuto al mondo, ma si trovava all'interno dell'utero materno, è stato iscritto sul registro degli indagati un medico di Piazza Armerina.
L'esito dell'autopsia si conoscerà solo fra un paio di mesi, quando sarà depositata la relazione di consulenza affidata dalla Procura al medico legale Giuseppe Ragazzi. L'indagato, come detto, è un dottore piazzese, difeso dall'avvocato Salvatore Bevilacqua. L'iscrizione sul registro degli indagati è stata formalizzata dal sostituto procuratore Ferdinando Lo Cascio.
«È una vicenda tragica che però, da un punto di vista giuridico, si presenta paradossale e assurda, pur nella consapevolezza che la chiamata del mio cliente è avvenuta solo come atto dovuto - ha detto l'avvocato Bevilacqua - perché il medico non ha alcuna responsabilità». La famiglia del piccolo è assistita dall'avvocato Sinuhe Curcuraci. La tragedia si è consumata due settimane fa all'ospedale di Enna, dove quando sono giunti marito e moglie i medici, facendo un'ecografia, si sono accorti che non si sentiva il battito. Sarà l'autopsia dunque a stabilire tempi e motivi di questa tragedia. I familiari hanno sporto denuncia. Da Enna hanno fatto notare che la morte è avvenuta prima dell'arrivo in ospedale, dunque l'Umberto I non c'entra niente. Le domande che si pone la famiglia saranno al vaglio degli inquirenti non appena sarà depositata l'autopsia. Per il momento non si può far altro che attendere. Il piccolo sarebbe morto parecchie ore prima di arrivare a Enna, forse, è stata l'ipotesi dei medici, due giorni prima. A raccontare questa storia, in esclusiva al Giornale di Sicilia, era stato il nonno della piccola, che aveva riferito dell'arrivo in ospedale, aveva escluso ogni responsabilità per l'ospedale di Enna, dove i medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso, ponendosi però degli interrogativi sui giorni precedenti.
«Quando mia figlia è stata visitata, il lunedì precedente a Piazza Armerina, il bambino era vivo e stava bene. Ci hanno detto solo che le analisi non andavano bene e alcuni valori erano un pò alterati, ma non hanno ricoverato la ragazza, né fatto altri controlli. Vogliamo - ha concluso l'uomo, che non si da pace per quanto è avvenuto - che la magistratura chiarisca ciò che è successo».
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