ENNA. Funzionari del Genio Civile e della Sovrintendenza ai Beni culturali e ambientali di Enna si sono presentati in Procura, ieri mattina, all’indomani del sequestro del cantiere dei lavori per la messa in sicurezza della parete rocciosa del Castello di Lombardia. Lunedì le Fiamme Gialle della compagnia di Enna, oltre a sequestrare il cantiere, hanno anche acquisito i relativi atti al Genio Civile e all’ufficio tecnico comunale.
I funzionari hanno incontrato il sostituto procuratore Francesco Rio, titolare del fascicolo, che ha ordinato il sequestro del cantiere. Secondo quanto è emerso, nel corso dell’incontro, che sarebbe stato «totalmente informale», alcuni tecnici avrebbero fornito rassicurazioni in merito all’intervento di somma urgenza sulla parete del lato nord-ovest del Castello, e sulle procedure seguite. La zona, è emerso poi, sarebbe sottoposta a vincolo paesaggistico ma non archeologico. Ad ogni modo il Pm Rio quasi certamente nei prossimi giorni designerà un esperto per effettuare una consulenza. A margine dell’incontro, fonti vicine al Genio Civile hanno sottolineato che nella zona sarebbe stato utilizzato un bobcat, non un escavatore, con cui sarebbe stato pulito il materiale che era caduto dalla parete, lungo il perimetro, ma non sarebbe stata fatta alcuna incisione nella parete rocciosa. Non ci sarebbe stato, in sostanza, alcun intervento invasivo.
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