ENNA. L'associazione antiracket e antiusura Falcone e Borsellino ha vinto la sua prima battaglia al Tar ed è stata re-iscritta, seppure in via cautelare, nell'elenco prefettizio delle associazioni antiracket. La quarta sezione del Tar di Catania, presieduta dal giudice Cosimo Di Paola, ha accolto la richiesta di sospensione del provvedimento della Prefettura, che aveva cancellato l'associazione dall'elenco, rinviando per la trattazione del merito del ricorso dell'associazione, presieduta dal leonfortese Santo Laneri - che chiede la riammissione definitiva nell'elenco, alla fine dell'anno prossimo - al 15 dicembre dell'anno prossimo. La sezione catanese del Tribunale amministrativo, per il momento, ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dall'avvocato Salvatore Giangrasso: fino all'udienza, dunque fino a fine 2015, l'associazione rimarrà iscritta. Per il presidente Laneri, è un risultato importante. L'associazione, ricorda, ha fatto la storia dell'antiracket in provincia: fu la seconda associazione sorta in Sicilia nei primi anni '90, dopo che vari imprenditori, fra cui lo stesso Laneri, denunciarono i mafiosi che chiedevano il pizzo. Ma di recente l'attività si è diversificata, tanto che l'associazione è caduta in una più ampia revisione delle organizzazioni antimafia: ha pagato la mancanza di denunce e di costituzioni di parte civile. Ma negli ultimi anni Laneri ha lavorato al rilancio dell'associazione, che di recente si è costituita parte civile al processo antimafia Homo Novus.
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