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Leonforte, lettera di minacce a un imprenditore

Lo scorso luglio, lo stesso giovane aveva ricevuto a casa alcuni proiettili contenuti in una busta. Sul caso indagano la polizia e la Dda nissena

LEONFORTE. Ancora avvertimenti di stampo mafioso ai danni degli imprenditori leonfortesi che hanno denunciato il racket del pizzo, che in paese sarebbe stato gestito da un gruppo legato a Cosa Nostra. Dopo la barbara uccisione del cane appartenente a uno di essi, che risale alla sera del 9 gennaio scorso, qualcuno si è "fatto vivo" con un'altra vittima. Un giovane imprenditore ha trovato un foglio di carta nella cassetta della posta. La lettera minatoria era contenuta in una busta stropicciata e sporca. E tra le varie minacce - una cartella abbondante di testo, scritta al computer - c'era un riferimento all'uccisione del cane e un avvertimento esplicito: «Farai la stessa fine».

L'animale, un cucciolo, la sera prima era stato letteralmente massacrato, colpito con una ferocia inaudita a colpi di bastone e forse anche con altri oggetti contundenti. Sulla scena dell'episodio il sangue era dappertutto. Uno spettacolo raccapricciante, quanto il simbolismo mafioso connesso. Subito l'imprenditore, dopo aver rinvenuto la lettera, ha informato la polizia e ha sporto denuncia agli agenti del commissariato di Leonforte, che hanno inoltrato il materiale raccolto alla Dda di Caltanissetta. Sull'episodio sono in corso delle indagini, dunque non è noto il testo della missiva. Evidente il tentativo di intimidazione ai danni dei giovani imprenditori edili che hanno rotto il muro di omertà e denunciato le richieste di pizzo. Le notizie trapelano sotto forma di indiscrezione. E non è il primo episodio allarmante avvenuto a Leonforte nell'ultimo anno. Lo scorso luglio, lo stesso imprenditore aveva ricevuto a casa alcuni proiettili contenuti in una busta. A un altro giovane, sempre la scorsa estate, erano state disegnate alcune croci nella macchina.

 

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