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Violenza sessuale su una rumena, ridotta la pena ad un imprenditore di Enna

ENNA. Lo hanno giudicato colpevole di violenza sessuale ai danni della moglie di un suo operaio, una ventiseienne immigrata dalla Romania. Ma in quelle fasi concitate, nel primo pomeriggio di un giorno di aprile, in mezzo alla strada, la giovane è riuscita a divincolarsi e fuggire, chiamare il 113 e chiedere aiuto. Per queste ragioni, con l'applicazione di un'attenuante specifica relativa alla «minore gravità» del reato, è stata ridotta in appello la condanna a carico dell'imprenditore edile Luigi Gervasi, 58 anni di Enna, che in primo grado era stato condannato a cinque anni di reclusione. La Corte d'appello di Caltanissetta, presieduta da Salvatore Cardinale, giudici a latere Giovanbattista Tona e Maria Giovanna Romeo, ha ridotto la pena a 2 anni e 6 mesi. I giudici hanno in parte accolto il ricorso dell'avvocato di Gervasi, il presidente della Camera penale di Enna Michele Baldi, applicando all'imputato anche le attenuanti generiche.

La difesa ad ogni modo chiedeva l'assoluzione di Gervasi, che si è sempre professato innocente. In aula è parte civile la presunta vittima, assistita dall'avvocato Biagio Scillia. Gervasi, si ricorda, per questa storia era stato arrestato ai domiciliari dalla polizia, nell'immediatezza della presunta aggressione a sfondo sessuale, dopo la chiamata della giovane al 113; e poi scarcerato. L'indagine è stata condotta dagli agenti delle Volanti e della Squadra Mobile della Questura. Alla vittima sono stati riconosciuti un risarcimento danni, da quantificare in sede civile, più una provvisionale immediatamente esecutiva.

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