ENNA. C'è la prima sentenza: al «Quadrifoglio», la comunità di corso Sicilia finita nel 2007 in un'inchiesta della Squadra Mobile, furono commessi maltrattamenti ai danni dei piccoli ospiti. Sono definitive le condanne per i quattro che sono stati processati con il giudizio abbreviato: prende un anno e sei mesi per maltrattamenti e un'ipotesi di truffa, con la condizionale, l'ennese Mario Marasà, difeso dall'avvocato Giovanni Palermo. E prendono 8 mesi per maltrattamenti, con pena sospesa e non menzione, tre ex dipendenti, gli ennesi Luigi Riviera, difeso dall'avvocato Palermo, Francesco Maddalena, difeso dagli avvocati Palermo e Giovanni Aricò, e Cristian Gino Tinebra, difeso dall'avvocato Michele Baldi. Per i tre, a differenza di Marasà, c'è dunque pure il beneficio della non menzione nel casellario giudiziale. Quest'ultimo era il più stretto collaboratore, all'epoca delle indagini, dell'amministratrice del centro, la figura-chiave dello scandalo, difesa dall'avvocato Antonio Impellizzeri, che non c'entra con questo procedimento, che non è mai stata condannata ed è soltanto sotto processo, con il giudizio ordinario, dinanzi ai giudici del Tribunale collegiale di Enna. In pratica adesso la Suprema Corte ha respinto i ricorsi delle difese dei quattro imputati e reso definitive le loro condanne per maltrattamenti.
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