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Medici stremati all'Umberto I di Enna, i piccoli malati vanno in trasferta «lunga»

«La disposizione della Direzione Sanitaria di assicurare contemporaneamente l'assistenza nel reparto di Pediatria e le consulenze per il pronto soccorso comporta un elevato livello di rischio clinico»

ENNA. Sa tanto di scippo quello che sta accadendo con la temporanea chiusura del reparto di Pediatria dell'Umberto I. Sì, l'ennesimo perpetuato ai danni di Enna e della sua provincia ma sembra che l'azienda sanitaria - come assicurato dal direttore sanitario Cassarà - stia correndo ai ripari. A testimoniare il rischio che corre la comunità l'emblematico episodio accaduto domenica notte, quando un bambino con insufficienza respiratoria (laringospasmo è stata la diagnosi) giunto al Pronto soccorso di Enna è stato indirizzato non più al Chiello di Piazza Armerina, com'era stato stabilito dalla direzione sanitaria, ma a Caltanissetta.

Infatti, come prevedibile, nel nosocomio piazzese (che non dispone né di Utin né di Rianimazione h24) non c'erano posti disponibili, perché di posti letto dedicati ce ne sono solamente due. Come annunciato il reparto di Pediatria non ha accettato ricoveri e al bambino, dopo il primo trattamento, non hanno potuto prestare nessun altro aiuto costringendo così i genitori a mettersi in viaggio.

Ieri mattino invece si sono presentati in ospedale altri due bimbi ma anche loro, nonostante uno dei tre medici sia rientrato (e segua le tre bambine, uniche ricoverate), sono rimasti in standby per diverse ore come testimonia Francesca La Placa, una delle mamme. L'emergenza è divenuta tale venerdì quando i tre medici, compreso il primario, erano tutti in malattia stremati dai turni degli scorsi mesi. 

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