ENNA. Il processo entrerà nel vivo solo ad ottobre, ma sta per arrivare il primo momento della verità, domani mattina a Roma. La Corte di Cassazione sarà infatti chiamata a pronunciarsi sul ricorso della difesa di Armando Graziano, cancelliere cinquantatreenne del Tribunale di Enna, accusato di concussione perché avrebbe chiesto soldi a un avvocato per compiere un inventario, in un procedimento di interdizione. I difensori, dinanzi alla Suprema Corte, contestano la sospensione dal servizio per 6 mesi decisa a fine novembre dal Gip di Enna per Graziano.
La difesa contesta l'intero quadro accusatorio: secondo gli avvocati Antonio e Francesco Impellizzeri, in sostanza, non è stato commesso alcun reato, perché la richiesta di denaro sarebbe stata legittima. Inoltre la difesa, oltre alla revoca dell'ordinanza di sospensione dal servizio, ha anche chiesto la derubricazione del reato da concussione a un'ipotesi minore, prevista dalla recente riforma dei reati contro la pubblica amministrazione, ovvero «Induzione indebita a dare o promettere utilità», fermo restando che la difesa contesta pure quell'ipotesi.
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