ENNA. Si sarebbero fatti dare 80 mila euro da un invalido, che li avrebbe pure nominati eredi universali, offrendosi di custodirlo e proteggerlo dai suoi familiari, convincendolo che questi ultimi volevano solo «spogliarlo dei suoi beni». Per questo la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di S.Z., 34 anni di Piazza Armerina, della moglie, S.S. di 29; e di un'altra donna, A.N. di 69 anni. A pronunciarsi, domani mattina, sarà il Gup di Caltagirone, a cui Enna ha demandato la competenza perché il reato principale, una presunta appropriazione indebita, sarebbe stato commesso in territorio di Mirabella Imbaccari. La decisione di trasferire il foro è stata presa dal Gup di Enna, che ha trasmesso gli atti alla Procura calatina.
Va precisato che gli indagati, difesi dall'avvocato Sinuhe Curcuraci, si sono sempre professati innocenti e vittime di un equivoco: i soldi non sarebbero mai stati movimentati e il trasferimento dei beni bloccato, al pari del testamento; in più gli indagati avrebbero immediatamente restituito tutti i documenti in loro possesso, tra cui carte di credito con tanto di cellophane e un libretto postale. S.Z. e la moglie sono accusati di circonvenzione di incapace e appropriazione indebita, la terza indagata, A.N., solo di appropriazione indebita.
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