PIAZZA ARMERINA. Lavoratori e sindacati tentano la mobilitazione popolare il 9 luglio per il salvataggio in extremis della Casa di Riposo San Giuseppe, struttura fantasma ormai rimasta senza anziani e costretta a chiudere a causa dei debiti. Il sindacato Csa, con una nota inviata a tutte le istituzioni, alla Diocesi, alle forze sindacali, ai partiti politici e al mondo dell’associazionismo, ha lanciato un appello in difesa dell’istituto di Piano Sant’Ippolito.
Dal primo marzo ogni attività è stata sospesa, i 42 anziani ospiti, con un disagio psicologico rilevante, sono stati trasferiti in altre strutture. Il debito di oltre 2 milioni di euro, in parte consistente in stipendi arretrati ai lavoratori, non consentiva più neanche l’acquisto di latte, pasta e carne. Nove dipendenti di ruolo sono in aspettativa, altri 30 precari, invece, sono rimasti senza lavoro. Ogni dipendente, di ruolo o precario, vanta decine e decine di stipendi arretrati. «Dopo più di un secolo di lodevole e onorato servizio a favore delle classi più deboli della società la San Giuseppe viene chiusa da una politica regionale dissennata e cieca che non riesce a vedere al di là dei biechi numeri del calcolo politico e dell’opportunismo di maniera», dice Maria Di Bartolo, coordinatrice provinciale del sindacato Csa per i servizi socio-assistenziali.
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