ENNA. Una storia che ribalta gli stereotipi delle violenze in famiglia. Il Tribunale di Enna ha condannato, ratificando un patteggiamento di 4 mesi (pena sospesa) proposto dal suo avvocato, una moglie per lesioni aggravate ai danni del marito.
La signora, poco più che quarantenne, avrebbe ferito al labbro superiore il coniuge e gli avrebbe rotto due dita, al culmine di una lite per motivi a dir poco banali, sull'uso da fare di un divano. Lo avrebbe minacciato di morte, dicendo che gli avrebbe "piantato in testa" un coltello.
Il caso, come detto, è approdato in Tribunale, anche se accusa e difesa, alla prima udienza, hanno raggiunto un patteggiamento. La moglie, che attualmente è separata di fatto dal marito, secondo l'accusa si sarebbe arrabbiata per un motivo di poco conto.
Il marito, nel corso di un dialogo familiare, le avrebbe detto di aver deciso di buttare via un divano, a cui, evidentemente, la sua consorte era particolarmente affezionata. Tanto da reagire malamente e provocargli 20 giorni di prognosi, refertate all'ospedale Umberto I, il 18 agosto dell'anno scorso. I medici di Enna gli hanno diagnosticato una "infrazione corticale ossea alla base della falange del quinto dito della mano sinistra, al versante esterno con escoriazione del terzo dito della mano destra e versante interno labbro superiore a destra". Per questo è stato aperto un procedimento per lesioni personali volontarie, come accade quando si arriva in ospedale.
L'accusa di lesioni, in questo caso, è pure aggravata dai futili motivi e dal fatto che la vittima è coniuge dell'autore delle lesioni.
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