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Beni della ’ndrangheta, un ennese vince la sfida

Il costruttore Francesco Melita ha portato a termine il primo progetto sul patrimonio confiscato ai clan in Calabria. Realizzata l’Università nazionale dell’Antimafia

Francesco Melita

ENNA. La soddisfazione di poter dire di essere stati gli unici sino a questo momento ad aver realizzato strutture al servizio della legalità, confiscate alla ’Ndrangheta. L'unico progetto in Italia tra molti, che è stato portato al termine. Lo rivendica con orgoglio un giovane imprenditore edile ennese, il trentaduenne Francesco Melita titolare della Melita Group srl. Proprio nello scorso mese di maggio infatti ha consegnato alla presenza della presidente della Commissione nazionale Antimafia Rosy Bindi, un lavoro per un importo di circa 3 milioni di euro, finanziato con un «Pon Sicurezza» per il recupero di immobili confiscati alla ’Ndrangheta, nel Comune di Limbadi, provincia di Vibo Valentia, alla famiglia del clan Mancuso.

L'immobile ospiterà l'Università nazionale dell'Antimafia, promossa dal Coordinamento nazionale di Riferimenti, sede di studi per la formazione dei giovani, amministratori e forze dell'ordine. Un’opera costituita da tre edifici: fabbricato «A» zona riposo e alloggi studenti; fabbricato «B» diviso in varie sale; fabbricato «Villa» adibito ad aule formative, amministrative, laboratori e servizi. Una università in cui studiare segreti, meccanismi e strategie dei clan mafiosi per formare la futura classe dirigente alla lotta alla ‘Ndrangheta.

 

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