ENNA. «La mia bambina ha difficoltà ad appoggiare il piede e a muovere le dita della mano sinistra. Ha una paralisi cerebrale e deve fare costantemente riabilitazione. Nonostante questo, ci siamo visti revocare l'invalidità, e questo avrà conseguenze devastanti: la bambina perderà l'insegnante di sostegno fisso, dovremo pagare tutte le cure e anche le riabilitazioni».
È disperata la mamma di Martina, nome di fantasia, una bimba nata alla ventiseiesima settimana di gestazione nel gennaio del 2009, che oggi ha sei anni. La famiglia di Martina ha dato incarico a un avvocato, il presidente della Camera penale ennese Michele Baldi, per contestare la revoca dell'invalidità, perché la situazione, adesso, si è fatta veramente difficile. E in questi giorni lo studio legale Baldi sta lavorando alla presentazione di un ricorso al giudice del Lavoro e della previdenza, ma non è escluso anche un ricorso al Tar, per far valere i diritti di questa bambina e di questa famiglia. «Fino all'anno scorso, la bambina aveva un'insegnante di sostegno solo per lei, adesso, in virtù di questo provvedimento, potrà avercela solo per poche ore a settimana - prosegue la mamma - e questo perché è stato scritto che la bambina è guarita».
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